Alla Badia di Sant’Agata a Catania, domani sabato 3 ottobre alle ore 10,30, s’inaugura l’esposizione “Il Risveglio. Incontro tra Fede e Bellezza”.
Il progetto tende a valorizzare i reperti e le opere d’arte custodite nei depositi dei Musei, delle Soprintendenze e dei Parchi, per renderli fruibili ai visitatori piuttosto che rimanere nell’oblio degli spazi inaccessibili al pubblico.
L’idea è nata dal convegno tenutosi alla Ciminiere di Catania il 24 e 25 febbraio 2020 sul tema Dai depositi alla valorizzazione. Il Comune di Catania ha accolto questo progetto e ha concesso in prestito alla Badia di Sant’Agata cinque dipinti ad olio su tela di varie epoche e scuole artistiche, 14 stazioni della Via Crucis realizzate dal pittore Alessandro Abate e quattro candelieri in metallo dorato.
Interverranno: S.E. Rev. Mons. Salvatore Gristina – Arcivescovo di Catania, assessore ai Beni Culturali e dell’identità Siciliana della Regione Siciliana, assessore ai Beni Culturali e Pubblica Istruzione del Comune di Catania, soprintendente Beni Culturali e Ambientali di Catania, Università degli Studi di Catania, Benedetto Caruso – dirigente tecnico presso il Servizio Pah della Soprintendenza dei BB.CC.AA di Catania.
Coordinerà il sacerdote Massimiliano Parisi – Rettore della Chiesa Badia di Sant’Agata, Catania. Il percorso espositivo sarà introdotto da Carmela Cappa – funzionario direttivo Storico dell’arte della Soprintendenza per i Beni Culturali di Catania.
Grazie a questa esposizione sarà possibile ammirare due Natività, una del XVII secolo ed una del XVIII secolo, che accolgono il visitatore nell’atrio della chiesa. La nascita del Figlio dell’Uomo rappresenta nel percorso espositivo la prima tappa del racconto per immagini.
Nella circolarità dell’aula centrale, perfetta sintesi dell’armonia della forma geometrica progettata dalla genialità del Vaccarini, la mostra trova lo spazio ideale, per l’evolversi del racconto per immagini.
Segue nel percorso la Via Crucis, 14 formelle in terracotta policroma realizzate dal pittore catanese Alessandro Abate nel 1923 per il Sacrario di San Nicolò La Rena e per ricordare la morte del figlio soldato durante la prima guerra mondiale.
Il dipinto del Cristo deriso, un olio su tela del XVII secolo, completa l’altare della Crocifissione, evidenziando la storia dell’umanità attraverso il sacrificio di Cristo. Sul presbiterio sono restituite alla visione due opere di grande bellezza, la prima a destra rappresenta l’Incredulità di Tommaso, opera del XVII secolo con evidenti elementi riconducibili a Mattia Preti: nel percorso narrativo ed esperienziale segna il momento della Resurrezione ed il dubitare dell’uomo sul mistero della fede.
Il percorso si conclude con il dipinto di ambito siciliano del XVIII secolo raffigurante la Misericordia di Gesù nei confronti dell’umanità, peccatrice e malata: la donna che Cristo incontra, sia essa l’adultera o l’emorroissa, rappresenta l’Amore divino e la sua presenza come Aiuto nella storia umana.