Pescatori Libia: “Liberate i 18 pescatori di Mazara del Vallo”. In 500 alla manifestazione sul lungomare

Pescatori Libia: “Liberate i 18 pescatori di Mazara del Vallo”. In 500 alla manifestazione sul lungomare

Oltre 500 persone hanno manifestato ieri sera sul lungomare di Mazara del Vallo per chiedere la scarcerazione dei 18 pescatori tuttora bloccati in Libia con i due pescherecci Antartide e Medinea sequestrati la sera del primo settembre.

“Liberate i pescatori di Mazara del Vallo”, si leggeva nelle maglie bianche indossate in un corteo organizzato da varie associazioni e dai sindacati.

Da lunedi’ un gruppo di familiari dei marittimi e i due armatori si trovano a Roma, in un presidio di fronte Palazzo Chigi, altri familiari invece hanno partecipato alla manifestazione.

“La situazione e’ davvero complessa – ha detto il sindaco Salvatore Quinci, presente al corteo – ma abbiamo i primi timidi segnali di un inizio di dialogo. La trattativa vera e propria sappiamo che e’ complicata, noi siamo ottimisti che possa partire il prima possibile ma la pazienza della comunita’ dei pescatori di Mazara del Vallo e’ terminata, adesso i nostri uomini devono tornare a casa”.

Il sequestro e’ stato eseguito dalle autorita’ del generale Khalifa Haftar all’indomani di un viaggio in Libia del Ministro degli Esteri, Luigi di Maio, per suggellare l’accordo tra il presidente del consiglio riconosciuto dall’Onu, Fayed Al Sarraj e il presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh. “Nessuno di noi e’ estraneo, siamo fratelli anche se non di sangue – ha detto il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero – importanteb e’ che i pescatori sentano che qui c’e’ una citta’, che c’e’ una chiesa che sta sposando pienamente la loro causa, siamo con loro, con la nostra presenza silenziosa, raccolta, vogliamo che questa trattativa che e’ complessa e difficile vada presto a buon fine”.

Nel corso delle trattative le autorita’ dirette dal generale Khalifa Haftar hanno chiesto al Governo italiano uno ‘scambio di prigionieri’ con quattro libici condannati in Italia a 30 anni di carcere e tuttora detenuti con l’accusa di essere tra gli scafisti della cosiddetta ‘Strage di Ferragosto’ in cui morirono 49 migranti, in asfissia nella stiva di un’imbarcazione. E’ di pochi giorni fa invece la contestazione di ‘traffico di sostanze stupefacenti’ documentato dalle foto diffuse dall’Agi. “Bisogna liberare i nostri pescatori e lo stato italiano deve alzare l’asticella del confronto”, dice Giorgio Macaddino, segretario generale Uil Fpl Trapani.

“Con il governo Berlusconi basto’ una telefonata di Berlusconi con Gheddafi e liberarono i pescatori, con il governo Prodi fu la stessa cosa dopo meno di dieci giorni – ha aggiunto il sindacalista ed ex sindaco di Mazara del Vallo -, a noi non interessano le dinamiche che si stanno consumando nel Mediterraneo, abbiamo bisogno che l’autorevolezza del nostro governo nella sua massima espressione faccia il proprio dovere, quindi dal mondo del lavoro, senza bandiera e senza colori, chiediamo l’immediata liberazione dei lavoratori”.

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