Catania: addio a Carlotta, architetto e leonessa irriverente: quel sorriso di eterna bambina resterà nel cuore

Catania: addio a Carlotta, architetto e leonessa irriverente: quel sorriso di eterna bambina resterà nel cuore

Carlotta Reitano, non c’è più.

Forse cercheremo tra i nostri ricordi quel sorriso di eterna bambina, che nascondeva la grinta di una leonessa. Forse scaveremo nella nostra memoria le foto di un album che rimane vivo dentro di noi. Si poteva essere vicini o lontani a lei ma non si poteva rimanere indifferenti.

Un architetto, un dirigente, una mamma, una moglie, una rotariana, spesso un’amica e perché no, anche una nemica, ma sempre sé stessa.

Una delle protagoniste del rinnovamento culturale e politico dell’Ordine degli Architetti di Catania, insieme a Luigi Longhitano, Giuseppe Scannella e Alessandro Amaro, quest’ultimo suo marito e compagno di battaglie.

Schietta, diretta, essenziale, catanese. Senza fronzoli ma profonda anche se amava la leggerezza alla pesantezza dei formalismi. Dentro o fuori ma sincera. Una battagliera, con i suoi compagni di squadra. Ho vissuto la sua amicizia e la sua lontananza, ma sempre nel rispetto delle parti. In fin dei conti era per tutti Carlotta. In effetti lei era Carlotta, Alessandro e Carlo, perché erano un monolite familiare e non riusciamo a immaginare diversamente.

Ora Carlotta è andata via, oltre, e lo ha fatto con garbo, senza clamori. Lei che ha combattuto, non solo per i giovani architetti, per costruire nuove opportunità, ma anche contro le avversità di una salute che la metteva alla prova continuamente. Sempre con un sorriso che rassicurava, faceva sperare per il meglio. Pochi giorni fa ho sentito la sua voce dopo molti anni di silenzio, per caso, incuriosito da un suo post sui social, l’ennesimo, ma stavolta ho desiderato ascoltare la sua voce, come fosse un presentimento. Come sempre mite e positiva, irriverente nei confronti di una malattia invisibile, dissacrante e spavalda. Un saluto, come fosse l’ultimo, un congedarsi dagli amici, dai compagni di viaggio.

La notizia della sua scomparsa ha colto tutti di sorpresa, increduli, stupiti e ha colto me impreparato.

Quella telefonata all’ultimo momento, prima di partire per sempre, mi pesa come un macigno, come se volesse essere un messaggio verso la mitezza nei rapporti che spesso sono aspri senza un vero motivo. La notizia rimbalza ovunque e il suo sorriso invade ogni spazio come un tenero saluto. Il silenzio invade gli architetti che l’hanno conosciuta, gli amici che l’hanno amata, i colleghi con cui ha vissuto e il pensiero corre verso quella parte di lei che si chiama Alessandro e Carlo.

Abbiamo tutti bisogno di Carlotta adesso. Abbiamo bisogno di quella leonessa invadente e irriverente, che poteva non piacere ma era quella che vedevi, senza ipocrisie.

Già Presidente della Fondazione degli Architetti di Catania ha voluto fortemente l’avvio della stagione dei workshop di architettura, la valorizzazione delle risorse giovani di cui disponeva l’ordine di Catania, la contaminazione tra il mondo accademico, le professioni, l’imprenditoria e la politica per realizzare opportunità di confronto sui temi del progetto.

Carlotta diventa cosi, una storia da raccontare, una traccia da capire, una mappa per Alessandro e Carlo per proseguire il viaggio, credo con una nuova consapevolezza.

In questo momento gli architetti catanesi vogliono restare uniti, hanno bisogno di una nuova pace, di una giusta traiettoria di conciliazione, perché hanno bisogno di piangere la perdita della leonessa e per adesso questo basta. Alessandro e Carlo, siamo a voi vicini, tutti noi.

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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