“L’apertura a mille spettatori per eventi singoli era già prevista dall’equiparazione dello sport agli eventi culturali.
Non era prevista per le partite di campionato, considerando anche che mille è un numero simbolico, ma a fronte della decisione di alcune Regioni abbiamo con i colleghi Speranza e Boccia avanzato l’idea di aprire su tutta Italia, per equità sportiva e come sperimentazione in vista del prossimo decreto della presidenza del Consiglio.
Nei prossimi giorni daremo una linea unica anche per i campionati di serie B e Lega Pro”.
Lo ha detto il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, in una intervista al Corriere della Sera.
Ieri la decisione di consentire l’ingresso di mille spettatori negli stadi delle partite di Serie A, una decisione che sembrerebbe in contrasto con la linea del Cts, che aveva rinviato ad ottobre l’apertura degli stadi.
Ma per Spadafora, il Comitato tecnico scientifico intendeva “la riapertura proposta dalla Figc, ovvero una percentuale significativa sulla capienza reale degli stadi. Stiamo parlando di altri numeri, che spero si possano consentire da ottobre dopo l’analisi delle curve post riapertura scuole”.
Deve essere chiaro, avverte il ministro, “che non c’è nessun liberi tutti, la situazione epidemiologica europea non consente passi falsi.
Abbiamo un obiettivo chiaro: consentire la partecipazione del pubblico per tutti gli sport e per tutte le categorie attraverso un protocollo unico che abbia come criterio quello della percentuale degli impianti”.
Aggiunge il responsabile dello Sport, a proposito della decisione di alcune Regioni di procedere autonomamente con la parziale riapertura a mille spettatori: “Continuiamo a muoverci con la stessa cautela che ci ha consentito di chiudere la scorsa stagione e ripartire ora in sicurezza.
Rivendico la prudenza, e nel confronto con gli altri Paesi europei possiamo dire di esserci mossi bene”. “L’ordinanza di Bonaccini si muoveva all’interno dei numeri previsti dal Dpcm: 1000 all’aperto e 200 al chiuso. Onestamente una soluzione ragionevole, tanto che l’abbiamo allargata per tutti”.
Dunque nessun conflitto con le Regioni: “I presidenti delle Regioni hanno margini di intervento, come e’ giusto che sia.
Cio’ che riguarda tutto il Paese e’ bene che sia condiviso, e in questo caso lo abbiamo fatto nell’arco di poche ore, anche grazie al fondamentale lavoro di coordinamento del ministro Boccia. Piu’ che di conflitto parlerei di cooperazione”. Infine il ministro ha annunciato nell’intervista che “le regole varranno per tutte le discipline, come e’ giusto che sia. Lo ripeto sempre: lo sport non e’ solo il calcio, il calcio non e’ solo la serie A”.