“Dobbiamo ancora mantenere il distanziamento, portare le mascherine, lavarci le mani, ma non e’ per sempre: dopo l’autunno e l’inverno vedremo la luce”.
Cosi’ il ministro della Salute Roberto Speranza in un’intervista a la Repubblica.
Sulla riapertura delle scuole dice: “Abbiamo lavorato con Regioni, Province e Comuni a partire dal documento sulla gestione dei casi Covid, approvato all’unanimità. Abbiamo fatto più che negli altri Paesi europei. Nessuno pensa che la situazione sia perfetta, non abbiamo la bacchetta magica e i problemi della scuola italiana non nascono col Covid. Ma ci sono risorse senza precedenti, stiamo provando a investire sul personale scolastico e sulle attrezzature, forniremo 11 milioni di mascherine al giorno a tutti gratuitamente”.
Inoltre, prosegue Speranza, “abbiamo rafforzato di molto la nostra capacità di fare test e miglioreremo ancora. L’obiettivo che ci siamo dati è non lasciare soli presidi e insegnanti, rinsaldare il legame che si era perso tra le scuole e il Servizio sanitario nazionale.
Se ci saranno casi Covid, saranno le Asl a intervenire e decidere come procedere. E’ un processo nuovo, dovremo imparare a gestire questi casi, per questo dico che servono nervi saldi”.
Si aspetta molti casi? “E’ statistico che ci siano, per questo serve un grande sforzo da parte di tutti.
Numeri alla mano oggi l’Italia sta un po’ meglio di altri Paesi europei”.
Per il ministro “dobbiamo recuperare lo spirito unitario che a marzo e aprile ci ha permesso di piegare la curva. Dentro questo sforzo le misure del governo e delle Regioni sono una parte, ma serve il contributo di tutti: medici, pediatri, presidi, insegnanti, studenti, genitori. E’ una sfida che riguarda l’Italia, non un problema della Azzolina su cui fare campagna elettorale”.