Biancavilla, il giovane Alessandro diventa Lettore della Parola di Dio: “Dobbiamo essere credibili prima ancora che credenti”

Biancavilla, il giovane Alessandro diventa Lettore della Parola di Dio: “Dobbiamo essere credibili prima ancora che credenti”

Se volete fare un regalo ad Alessandro, regalategli una preghiera speciale. E’ il dono da egli stesso richiesto per un evento speciale.

Alessandro Rapisarda, 35 anni, libero professionista biancavillese, martedì 29 settembre riceverà il ministero del Lettorato dall’Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina.

La celebrazione eucaristica si terrà nella Cattedrale di Catania alle ore 18.00.

Assieme ad Alessandro Rapisarda della comunità parrocchiale “Maria SS. dell’Elemosina” di Biancavilla, il ministero verrà conferito anche a Placido Andrea Consoli della comunità “S. Vito Martire” di Mascalucia e Nunzio Schilirò, comunità SS. Cuori di Gesù e Maria di Maletto. Al Corriere Etneo Rapisarda spiega in questa intervista che si tratta di una tappa del percorso per il diaconato permanente da lui intrapreso.

Cosa fa un lettore della Chiesa? Proclama la Parola di Dio o tra i suoi compiti rientra anche quello di spiegare ciò che le letture sacre vogliono dire?

Il Lettorato è il primo dei ministeri che la Chiesa affida a chi si prepara a diventare sacerdote o, come nel mio caso, diacono permanente. La sua mansione è proclamare le letture nell’assemblea liturgica. Ma è anche chiamato a curare la preparazione dei fedeli alla comprensione della Parola di Dio per educare nella fede. Il lettore è, quindi, annunciatore, catechista, educatore alla vita sacramentale, evangelizzatore a chi non conosce o misconosce il Vangelo.

Da un po’ di tempo stai facendo un percorso per il diaconato permanente. Questa del lettorato è una tappa: quali sono le prossime?

Il percorso del diaconato permanente è una camino ben strutturato di preparazione religiosa e pastorale. Ogni aspirante deve conseguire la laurea in Teologia o in Scienze Religiose, affiancando anche una continua formazione spirituale e la partecipazione attiva alla vita parrocchiale e diocesana. Il Lettorato è la prima tappa. Segue quella dell’Accolitato, che ha il compito di curare il servizio dell’altare, aiutare il sacerdote nelle azioni liturgiche, distribuire la Comunione in mancanza di ministri ordinari. Completate queste fasi, accertata l’idoneità, si viene ordinati Diaconi.

Per il tuo percorso di formazione sei stato assegnato alla Parrocchia di San Pietro ad Adrano con il parroco e vicario foraneo Don Pietro Strano. Una volta conferito il ministero del Lettorato è in quella chiesa che esplicherai il tuo nuovo incarico?

Più che incarico, io lo considero un servizio utile alla mia formazione. Con ogni probabilità rimarrò nella parrocchia di Adrano, dove ero stato assegnato due anni fa. Quella di “San Pietro”, guidata da padre Strano, è una realtà stimolante, attiva, un posto ideale per chi fa il mio percorso. Adrano conserva ancora una grande fede e tradizione popolare, essenziali per chi si prepara al ministero.

Sei sposato e padre di due bambine. Prima di creare una famiglia hai pensato di entrare in seminario?

Ho avuto il mio periodo di discernimento. Ma avere una famiglia è stato tra i miei desideri più grandi. Nutrivo, comunque, pure la consapevolezza di voler dare un valore in più alla vita familiare, inserendola in un contesto più ampio di servizio utile alla comunità in cui viviamo. Sia io che mia moglie abbiamo sempre nutrito un amore al servizio, all’attivismo nelle comunità cattolica in cui siamo cresciuti ed in cui ci siamo formati.

I tuoi familiari e i tuoi amici cosa dicono del percorso che hai scelto?

Provengo da una famiglia cattolica che è riuscita a trasmettermi i valori della Fede nella quotidianità, sostenendomi e accompagnandomi nel mio percorso. Gli amici? Alcuni sono molto entusiasti, altri indifferenti. Ma tutti rispettosi. E qualcuno, di visione profondamente laica e radicalmente critica nei confronti dell’istituzione ecclesiastica, è anche utilmente stimolante. Il diaconato non è un ‘mestiere’. È impegno nella carità e nell’evangelizzazione. C’è chi non lo comprende.

La gran parte di noi ha una conoscenza assai superficiale delle Sacre Scritture. A casa teniamo la Bibbia assieme a qualche altro libro ma, spesso, non ne conosciamo il contenuto. Qual è l’approccio giusto per scoprire la Parola di Dio?

Non credo ci sia un approccio unico per tutti. Penso che la Parola di Dio per essere compresa vada vissuta nella propria esperienza di vita. Quella Parola “parla” ad ognuno di noi in maniera diversa, risuona nella nostra quotidianità, nelle persone che incontriamo, nella società che stiamo costruendo. La nostra cultura è ancora fortemente ‘impastata’ di Sacra Scrittura. Anche se non ci rendiamo conto e spesso viene snobbata come “libro soprammobile”, la Bibbia è il centro della vita della società occidentale, della sua arte, della sua letteratura, dei suoi valori sociali e civili, del suo sistema giuridico. Quanto ci è stato consegnato dai nostri padri, deve essere custodito, difeso, migliorato.

Sei anche giornalista pubblicista e collabori con l’Ufficio Comunicazione della Diocesi catanese. Ti servirai dei social e dei nuovi strumenti per ‘comunicare’ la Parola di Dio?

Lo faccio già, seguendo l’esempio del Santo Padre. Anche se la Chiesa Cattolica ha più di duemila anni è sempre riuscita a modernizzare il suo linguaggio per portare un messaggio antico in modo sempre nuovo. Oggi il Papa, grazie ai social network, raggiunge milioni di persone: è il più grande e seguito “influencer” del mondo. Già da qualche anno la nostra Diocesi è presente sui social. A causa del lockdown, abbiamo sperimentato come questi possano diventare una risorsa essenziale dei nostri tempi. Molti sacerdoti e anche il nostro Arcivescovo hanno celebrato per diversi mesi in diretta streaming, hanno organizzato momenti di preghiera. O semplicemente hanno comunicato con i fedeli. I social sono da considerare mezzo pastorale essenziale.

La Chiesa ha sempre puntato sull’opera di divulgatori che siano soprattutto testimoni credibili. Quali sono le peculiarità che un Lettore deve avere perché faccia risuonare la Parola nel cuore di chi la ascolta?

Sono le virtù umane di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. ‘Peculiarità’ che devono possedere non soltanto i Lettori ma ogni battezzato. Spesso le nostre discussioni sulla Fede si accendono e si riducono sul dualismo ‘io credo’ e ‘io non credo’. Penso, invece, che la vera questione debba essere un’altra: essere credibili, prima ancora che essere credenti. Anche il Vangelo ci avvisa in tal senso: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio». Fare quella volontà significa comportarsi coerentemente con i valori che la Scrittura ci insegna.

Quali sono le ragioni che ti hanno portato a intraprendere un percorso spirituale dentro la Chiesa?

La ragione più importante è riconoscere che nella Chiesa possiamo prendere parte di una storia millenaria con migliaia di persone che hanno dato la vita per quei valori, oggi da noi considerati scontati, acquisiti, interiorizzati. Abbiamo il dovere di difenderli. L’esempio e la credibilità dei Santi continua ad affascinarmi e a darmi vigore nel cammino all’interno della Chiesa. Sono dei fari che mi indicano la direzione. Penso a San Benedetto, il “mio” San Placido, San Francesco, Santa Teresa. O quelli a noi più vicini nel tempo: Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II, il nostro Don Pino Puglisi.

Molti giovani non frequentano la Chiesa, se hanno – però – la possibilità di accostarsi alla Parola di Dio, se ne innamorano subito. A loro cosa va detto perché colgano la bellezza di un cammino di fede?

Il dialogo con i giovani è senza dubbio la sfida più difficile, soprattutto oggi dove al centro della nostra agenda c’è la carriera, la realizzazione professionale. Sottovalutiamo che l’essere umano ha bisogno della fede per sentirsi pienamente realizzato. Anche il moderno ateismo è una forma di “fede nel nulla” che aiuta i ragazzi a “dare una risposta” a questo naturale bisogno umano. Penso che ai giovani vada detto di cercare sempre la verità. E questa ricerca li condurrà a Dio.

Leggere la nostra storia attraverso la Parola di Dio. Sta in questo il ‘segreto’ delle Sacre Scritture?

Sicuramente sì, ma senza perdere mai di vista che Gesù è entrato nella nostra storia e continua a farne parte. E, secondo quanto riportato nelle Scritture, rimarrà fino alla fine dei tempi

Biancavilla, il giovane Alessandro diventa Lettore della Parola di Dio: “Dobbiamo essere credibili prima ancora che credenti”

Riguardo l'autore Nicola Savoca

Giornalista professionista dal 1992, ‘annus horribilis’ per l’Italia e la Sicilia soprattutto. Dirige il Corriere Etneo dal 2017 ma non ha mai usato la bacchetta. Le sue grandi passioni sono lo scrittore John Fante e il regista Giuseppe Tornatore. Radio e televisione sono il suo terreno preferito. La vecchia Telecolor gli è rimasta nel cuore. Catanese di Adrano, ha un debole per la sua città. Su un’isola deserta porterebbe tutti i dischi di Lucio Battisti (la preferita è Anche per te).

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