Adrano, Tribunale etneo confisca beni immobili e terreni al boss Santangelo ‘Taccuni’: valore dei beni 350 mila euro

Adrano, Tribunale etneo confisca beni immobili e terreni al boss Santangelo ‘Taccuni’: valore dei beni 350 mila euro

La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania ha disposto nei confronti del noto pregiudicato Alfio Santangelo, inteso “Taccuni”,

la confisca di cinque beni immobili, nello specifico un fabbricato e quattro appezzamenti di terreno, tutti situati nel comune di Adrano e già oggetto di sequestro di prevenzione eseguito nel giugno 2019, in accoglimento della proposta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata, in forma congiunta, dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Questore di Catania.

Il valore dei beni confiscati è stimato in circa 350 mila euro.

Con il medesimo provvedimento di confisca, il Tribunale ha altresì disposto nei suoi confronti l’aggravamento di un ulteriore anno della misura personale della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno, già applicata a Santangelo.

I numerosi elementi raccolti nei suoi confronti, utilizzando le risultanze emerse dalle attività tecnico-investigative della locale Squadra Mobile, compreso il contributo fornito da numerosi collaboratori di giustizia, hanno ampiamente delineato una qualificata pericolosità sociale, oltre ad una abituale consumazione di reati di rilevante allarme sociale, tra cui traffico di stupefacenti, estorsioni, commessi in seno all’organizzazione mafiosa.

Inoltre, grazie alle indagini economico-patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Catania, è stata evidenziata la sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati al fisco ed i beni acquistati e realizzati nel tempo, che non hanno trovato alcuna compatibile giustificazione.

Alfio Santangelo, capo indiscusso, promotore ed organizzatore dell’omonimo clan mafioso, articolazione del clan “Santapaola-Ercolano” operante prevalentemente in territorio di Adrano, Paternò e Biancavilla, territorio conosciuto in passato come “Triangolo della morte”. Il boss, sebbene detenuto in carcere per lunghi periodi, ha continuato ad impartire ordini e strategie criminali agli associati, mantenendo sempre il comando dell’omonimo gruppo, all’interno del quale militano peraltro numerosi suoi stretti parenti.

Nel gennaio del 2018, è stato tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza custodiale emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania, per associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata alla commissione di delitti contro la persona, contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, nell’ambito dell’operazione denominata “Adranos”, indagine condotta dalla Squadra Mobile di Catania e dal Commissariato di P.S. di Adrano, avviata dopo la scarcerazione, per decorrenza dei termini di custodia cautelare, di alcuni componenti della cosca Santangelo, tra i quali proprio l’indiscusso boss Santangelo e il genero QUACECI Antonino Quaceci. La cosca Santangelo, peraltro, era stata già duramente colpita nel 2009 con l’operazione c.d. “Terra Bruciata” condotta dal Commissariato di Adrano, che aveva interessato i contrapposti clan Santangelo e Scalisi per l’egemonia nella gestione dei traffici illeciti nel comprensorio di Adrano e protagonisti di una sanguinosa faida.

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