L’uscita infelice del sindaco di Adrano D’Agate nei confronti del giornalista Salvo Sidoti – attaccato in malo modo per un articolo di denuncia sulle condizioni della villa comunale LEGGI QUI – ha scatenato le reazioni di alcuni esponenti politici locali.
“A nome mio e del mio gruppo consiliare esprimo solidarietà – scrive Carmelo Pellegriti, Udc – al giornalista Salvo Sidoti e condanno fermamente le parole scritte dal sindaco della mia cito.
La libertà di espressione e di racconto dei fatti non può mai essere condannata specialmente da chi ricopre cariche istituzionali. D’Agate farebbe bene a liberare la città dalla sua incapacità di amministrare, le dimissioni sarebbero un atto di dignità politica e di grande senso di responsabilità”.
Luigi Cancelliere, consigliere comunale di Italia Viva si dice “…sconcertato dopo le dichiarazioni fatte dal sindaco sulla sua pagina Facebook in merito all’articolo scritto sul giornale La Sicilia.
Tutta la mia solidarietà e quella del nostro gruppo politico e consiliare al giornalista Salvo Sidoti che ringraziamo per l’attenzione che ha riposto su un problema sociale che da anni affligge la nostra città anche se tutto questo è stato sminuito da una politica distratta e poco rispettosa verso chi vorrebbe in qualche modo comunicare i disagi che affliggono la nostra Adrano”.
Per l’ex sindaco Fabio Mancuso – che ha inviato al Corriere Etneo una lunga nota per esprimere solidarietà al giornalista – quelle pronunciate da D’Agate non possono essere parole sue.
“Esprimere solidarietà a Salvo Sidoti a seguito di quanto scritto da Angelo D’Agate, sindaco di Adrano, è troppo scontato. – scrive Mancuso.
Sidoti per il suo servizio e compito di giornalista attento e puntuale merita riconoscenza e stima. Il problema dell’intervento del sindaco e la sua scomposta reazione vanno oltre la risposta di un uomo risentito e stizzito.
Si parla nella fattispecie di un sindaco, del sindaco di Adrano, di un uomo delle Istituzioni che rappresenta tutta la città. Tutti gli adraniti.
E da un sindaco non ci si aspetta una reazione simile a seguito delle osservazioni oggettive di un giornalista che ha voluto giustamente fare cronaca e servizio pubblico.
Ma Salvo Sidoti non me ne voglia. Per i toni sguaiati e sbracati del testo a firma del sindaco, a me pare che Angelo D’Agate non possa essere lui l’autore di simili parole. Espressioni piene di livore e rancore.
Da qualche altro membro della giunta sì, certo me lo aspetto.
Circondato da poltronisti, inetti e arrampicatori il sindaco è letteralmente soffocato e sopraffatto da animosi personaggi, legulei e azzeccagarbugli, che vinta una lotteria hanno smarrito il biglietto e con mani e piedi si affannano a rimestare per ritrovarlo.
L’errore del sindaco è farsi dettare l’agenda e seguire gli istinti maldestri di altri.
Non può essere farina del suo sacco. Il sacco è portato in dote da altri. Un sacco di mediocrità e vile dabbenaggine.
A Sidoti è inutile dire di continuare imperterrito a scrivere con la sua proverbiale libertà. Lo continuerà a farlo senza bisogno del nostro sostegno e della nostra indicazione.
Il nostro sostegno – conclude Mancuso – e solidarietà sono alla sua persona e all’intero giornalismo locale adranita che vanta ottimi e valenti professionisti.
L’intransigenza la faziosità e l’ipocrisia ad Adrano e divenuto un luogo comune. Con tutto il rispetto per Salvo Sidoti che non mi sembra essere un libero cronista, lo dimostra il fatto che nelle precedenti amministrazioni Mancuso – Ferrante non faceva altro che incensarli mettendo in luce le loro qualità amministrative, ma la verità è ben altra. Se la città e ridotta in questo stato, la colpa non è di questa amministrazione, bensì di vent’anni di mala gestione del territorio ove la mancanza di politiche socioeconomiche hanno fatto sì che la città subisse il tracollo. E i veri responsabili sono in primis Mancuso che con l’attivo trovato nelle casse comunali ha preferito spenderli e spanderlo in gite di lusso con gli amici degli amici, in allegorie di ogni genere, fuochi pirotecnici, carnevalate, concerti di ogni genere, insomma trasformando Adrano nella città del ben godi, insomma nel paese dei balocchi per intenderci, mentre invece un buon amministratore deve essere lungimirante e spendere le risorse in modo produttivo, incentivando per esempio l’agricoltura e l’artigianato locale, individuando un’area strategica per zona artigianale e commerciale che avrebbe creato un indotto economico non indifferente per il territorio, trovare luoghi di aggregazione per i giovani ecc.ecc. Ferrante onestà onestà e alla fine dei suoi due mandati ha ridotto la città in un letamaio tant’è che Adrano è la città più invivibile della Sicilia se non d’Italia. Ora scaricare tutto su D’Agate che sicuramente avrà le sue colpe, ma amministrare un comune dove non ci sono risorse ma solo macerie, non vi sono prospettive migliorative perché i comuni sono ancora gravati dal patto di stabilità, avrebbe dovuto dimettersi subito dopo essere stato eletto perché non vi erano e tutt’ora non ci sono le condizioni per amministrare e sicuramente non avrebbe perso la dignità. ritornando al tema principale di Sidoti il quale non è un freelance ma un misero dipendente di un gaglioffo mercenario che per soldi venderebbe la sua anima al diavolo ( lo asserisce chi scrive perché conosce fin troppo bene il miserabile nonché losco individuo ) il quale non percependo i denari che gli venivano elargiti dalle precedenti amministrazioni, ovviamente il povero Sidoti deve per forza di cose ubbidire ai diktat del suo immondo schifosissimo padrone. Detto questo: carissimi leccaculo anziché essere sempre proni con la schiena a 90 gradi fate un atto di coraggio ergetevi in posizione eretta e vedrete che la prospettiva assumerà una visione diversa.
P.S.Non nascondendomi sotto vili pseudonimi
sottoscrivo il tutto perché in vita mia ho sempre chiamato tutto con nome e cognome senza dovermene mai vergognare.
Alfio Barbagallo.
Non si tratta di bici a pedalata assistita, ma di vere e propri scooter elettrici, perché taroccate.
timoleonte.wordpress.com/2015/07/14/il-fenomeno-delle-bici-elettriche-sono-delle-biciclette-dove-il-motorino-serve-ad-aiutare-a-pedalare-oppure-sono-dei-veri-e-propri-ciclomotori/