Forse qualcosa ancora di piu’ banale dei rancori personali ha spinto alle armi: uno sguardo di troppo verso una giovane legata sentimentalmente ad un ‘picciotto’ del clan.
E così i Cursoti Milanesi da un lato e gli affiliati al clan Cappello dall’altro si sono trovati gli uni dinanzi agli altri con in mano le pistole la sera dell’otto agosto scorso, quando il quartiere di Librino si e’ trasformato in un Far West con le scorribande sugli scooter e i colpi di calibro 9.
Sul selciato erano rimasti senza vita Luciano D’Alessandro, 48 anni, e Vincenzo Scalia, 29 anni, conosciuto come “Enzo Negativa”, accanto a loro quattro feriti.
Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale etneo, sono partite proprio da alcune testimonianze, e anche da quelle di chi ha assistito alla sparatoria.
In poche ore i militari dell’Arma hanno fatto terra bruciata attorno ai due gruppi e quindi la svolta nelle indagini: cinque indagati accusati di duplice tentato omicidio, tentato omicidio plurimo per agevolare il clan dei Cursoti milanesi sono stati sottoposti a fermo di pg.
Due dei cinque fermati, pressati dalle continue perquisizioni dei carabinieri nelle zone che vanno tra Vaccarizzo e il villaggio Campo di Mare e ancora in altre abitazioni nei quartieri satelliti, alla fine hanno ceduto e si sono presentati spontaneamente nella sede del Comando provinciale dell’Arma a piazza Verga.
Altre tre persone erano state fermate il giorno prima, ovvero il 12 agosto.