Alla fine sarà lo stesso Pasquale Tridico a fare i nomi dei ‘furbetti del bonus’ che in Parlamento hanno richiesto il sussidio da 600 euro (poi diventati mille), pensato dal Governo per autonomi e partite Iva colpiti dalla pandemia.
Venerdì alle 12 il presidente dell’Inps si collegherà in video conferenza con la commissione Lavoro della Camera e si sottoporrà alle domande dei parlamentari.
“E’ questa la sede giusta” per fare chiarezza, commenta Roberto Fico. Intanto la Lega ‘brucia’ l’audizione e annuncia la sospensione dei deputati Elena Murelli e Andrea Dara che “pur non avendo violato alcuna legge” hanno compiuto un gesto inopportuno di prendere il bonus. Superato dunque l’ostacolo posto dalla privacy, dopo che il Garante per primo aveva negato l’esistenza del problema.
Montecitorio si è preso una giornata per decidere se fare richiesta dei nomi all’Inps e aspettare la risposta attraverso comunicazione scritta oppure in audizione. Alla fine Fico ha optato per la seconda scelta. Sarà il numero uno dell’ente previdenziale a prendersi la responsabilità di fare nomi e cognomi dei deputati rimanenti – se non usciranno nelle prossime 48 ore -.
A tenere banco, però, non saranno esclusivamente le identità dei cinque deputati che hanno fatto domanda del bonus – dei quali soltanto tre lo hanno ottenuto -. Di questi “miserabili cinque” (come sono stati ironicamente ribattezzati da Paolo Gentiloni) si sa che i partiti di appartenenza dovrebbero essere tre Lega, uno M5S e uno Iv (anche se di Italia Viva nessuno alla fine lo ha incassato).
Sono anche altri i punti sui quali serve chiarezza. Perché dall’Inps è trapelata la notizia dei ‘furbetti’ relativa soltanto a deputati, amministratori comunali e regionali? E’ questo uno degli interrogativi su cui il Garante della Privacy ha chiamato la rispondere l’ente previdenziale nell’istruttoria aperta a suo carico riguardo “alla metodologia seguita dall’Istituto rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse”.
Secondo l’Autority, infatti, nulla impediva la pubblicazione dei dati di tutti i beneficiari quindi perché prima segnalare i politici che hanno fatto richiesta del bonus Covid, salvo poi tacerne i nomi? Per coerenza, al massimo, si sarebbero dovuti ‘attenzionare’ tutti i professionisti che, pur avendo ingenti patrimoni, hanno richiesto il sussidio pubblico e non soltanto chi ricopre cariche pubbliche. Matteo Salvini intanto insegue Luca Zaia sulla linea del rigore.
“Ho dato indicazione che chiunque abbia chiesto o incassato il bonus sia sospeso e, in caso di elezioni regionali imminenti, non ricandidato”, tuona il segretario del Carroccio che, però, non vuole ” fare processi”. E subito rilancia: “Mi chiedo come l’Inps che non è riuscita a pagare le casse integrazioni abbia potuto pagare 600 euro ai parlamentari”. Canta vittoria Giorgia Meloni secondo cui è stata “accolta la richiesta di Fdi di audire Tridico in Parlamento”.
La decisione di Montecitorio arriva dopo la condanna politica unanime e l’istanza di Forza Italia, Lega e di Matteo Renzi che vorrebbero le dimissioni di Tridico.