E’ trascorso un anno da quella sera di ferragosto a Ucria, nel Messinese, dove una tranquilla vacanza si è trasformata in un incubo per diverse famiglie.
Quella sera il 30enne paternese Salvatore Russo, macellaio, fece fuoco con una pistola contro Antonino e Fabrizio Contiguglia, zio e nipote, uccidendoli sul colpo e ferendo Salvatore Contiguglia.
Morti e feriti dello stesso gruppo familiare deciso a fare “chiarezza” su un episodio avvenuto 24 ore prima dell’omicidio, nella piazza del piccolo centro messinese.
I due soggetti con i quali cui i Contiguglia si sarebbero dovuti chiarire erano proprio Salvatore Russo e il cognato Daniele Balsamo.
Per quel duplice omicidio e per il tentato omicidio il Gip del Tribunale di Patti Eugenio Aliquò ha disposto il rinvio a giudizio alla Corte d’Assise di Messina che si svolgerà il prossimo 21 ottobre.
Sono stati rinviati a giudizio anche tre componenti del nucleo familiare delle vittime: Vittorio Contiguglia, Santino Giovanni Contiguglia e lo stesso Salvatore Contiguglia, sono accusati di violenza privata in concorso, mentre per il solo Vittorio Contiguglia è scattata la denuncia di minacce nei confronti di Russo e del cognato, porto di coltello – una lama di 15 cm circa – senza giustificato motivo.
Il fatto di sangue, come si ricorderà, è scaturito per la disputa di un parcheggio.
Ricostruendo i fatti di quella sera di un anno addietro, la Procura di Patti ha accertato che cinque componenti della famiglia Contiguglia si sono recati a casa di Russo, in vacanza con la famiglia nel piccolo centro messinese, per fare chiarezza sul diverbio avuto la sera prima con Santino Contiguglia.
Il gruppo avrebbe minacciato Russo e il cognato chiedendo loro di uscire da casa, usando metodi violenti.
Nell’immediatezza dell’accaduto è emerso il fatto che Russo, durante la colluttazione con i Contiguglia, avrebbe disarmato uno di loro per poi fare fuoco uccidendone due e ferendone un terzo. Per tale ragione in prima battuta la difesa del paternese aveva invocato la legittima difesa.
Successivamente gli inquirenti hanno appurato un’altra verita: Russo sarebbe stato in possesso di una Beretta 7.65, acquistata nel 2017 da un cittadino rumeno e detenuta illegalmente.
Stando a questa ricostruzione degli investigatori, nella notte tra il 14 e il 15 agosto, subito dopo la diatriba per il parcheggio, Russo sarebbe rientrato a Paternò proprio per prendere l’arma.
Secondo la Procura la sera del ferragosto quando avvenne lo scontro, il 30enne paternese avrebbe tirato fuori la pistola dalla tasca dei pantaloni per sparare a distanza ravvicinata due colpi all’indirizzo di Antonino Contiguglia e Fabrizio Contiguglia, colpiti alla testa e morti sul colpo, e ferire Salvatore Contiguglia. Subito dopo l’uccisione del figlio, Fabrizio Vittorio Contiguglia avrebbe impugnato un coltello minacciando di morte Russo e Balsamo.
volevano fare delo male a quel ragazzo e sellanno pigliata ngulu ah ah legittima difesa subito che erano andati a fare quegli stronzi a casa di quel ragasso? a offrigli il caffe’ oppure per bastonarlo chesta e’ la fine dei prepotenti