I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò, supportati dai colleghi dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia”
hanno arrestato Giuseppe Agosta, 34 anni di Misterbianco, Massimiliano Rete, 28 anni di Motta Sant’Anastasia, Francesco Davide Catania e Vito Di Pasquale, entrambi di 23 anni e di Belpasso,
tutti ritenuti responsabili di ricettazione e riciclaggio in concorso, nonché denunciato un 14enne per i medesimi reati alla Procura dei Minori di Catania.
La costante attività info investigativa svolta dai militari ha, ancora una volta, dato i suoi frutti consegnando alla giustizia il gruppo criminale che, in particolare, era specializzato nella rivendita delle componenti meccaniche, sul “mercato parallelo”, di autovetture oggetto di furto.
I militari, acquisita la notizia di un capannone sito nelle campagne belpassesi utilizzato dal gruppo criminale per effettuare lo smontaggio delle autovetture, hanno circoscritto la vasta zona oggetto della segnalazione utilizzando addirittura un drone telecomandato, soluzione che si è rivelata vantaggiosa e precisa per carpire le necessarie informazioni utili per l’esatta individuazione del sito.
In effetti, quel rudere in Contrada Vignale si prestava ottimamente per agire al riparo da occhi indiscreti, ma i militari hanno teso la loro trappola ai malviventi i quali, ignari della “sgradita” e loro celata presenza, si sono puntualmente presentati sul luogo di “lavoro” a bordo dell’auto rubata, nonché di una Renault Clio e di un furgone, quest’ultimo noleggiato ad hoc per trasportare i vari pezzi dell’autovettura ormai smembrata.
I militari nascosti tra la vegetazione hanno atteso il loro arrivo, riuscendo persino ad ascoltare le loro conversazioni e percependo tra l’altro che uno di essi, compiacendosi, si era rivolto ai complici affermando <<… domani dobbiamo fare la stessa cosa!!! …>>.
Poco dopo due di essi, unitamente al minore, si erano allontanati a bordo della Renault Clio mentre i loro complici continuavano lo smontaggio dell’autovettura.
Era giunto il momento d’intervenire pertanto una pattuglia ha bloccato poco distante dal capannone la Clio, mentre gli altri militari sono balzati fuori impedendo ai malviventi ogni via di fuga, ammanettandoli.
Il gruppetto, in particolare, aveva preso di mira una Fiat Panda di colore bianco che era stata rubata lo scorso 30 luglio a Nicolosi e che, al momento dell’intervento, era stata ormai quasi scheletrizzata.
La perquisizione personale ed a bordo dei veicoli nella disponibilità degli arrestati ha consentito ai militari di rinvenire, oltre ad un’ingente quantità di arnesi per la forzatura delle serrature e da officina, anche la presenza di un dispositivo utilizzato per inibire alcune funzioni della centralina elettronica delle autovetture.
Analogamente poi, presso l’abitazione del mottese Massimiliano Rete, i militari hanno trovato un borsone contenente 4 centraline elettroniche modificate che, solitamente, vengono utilizzate per compiere i furti di autovettura.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati posti agli arresti domiciliari.