Un intreccio di poteri, ma anche cinismo e malaffare.
Il romanzo “Un cuore per la signora Chimento” (Marlin Editore – 228 pagine, 14,90 Euro) dello scrittore e giornalista siciliano, Gianni Bonina, regala subito al lettore il piacere della lettura, lo appassiona offrendogli la possibilità di entrare nel ventre di una città Catania, rovinata da collusioni e malaffare.
E regala il ‘gusto’ del giallo, con la scrittura elegante dell’autore.
L’incontro fortuito con un vecchio conoscente di gioventù schiude a Natale Banco uno scenario inquietante sul mondo sanitario.
Il giornalista catanese si trova a indagare su un traffico di stent cardiaci scaduti e sulla morte di quattro cardiopatici a cui erano stati impiantati. Parallelamente il trapianto di cuore alla moglie di un potente parlamentare maschera un omicidio e allunga ombre su “La Tribuna”, dove Banco lavora e dove scopre che l’editore ha voluto la morte del barista del giornale perché il suo cuore fosse donato all’importante beneficiaria.
Intanto l’amico di gioventù del giornalista viene trovato ucciso e le indagini portano a scoprire un fondo scellerato di nefandezze e di atrocita’. Banco viene accusato di favoreggiamento, mentre la vicenda sulla quale indaga minaccia addirittura di travolgerlo, montando progressivamente in un vortice di sangue e di cinismo.
In questo stato diffuso di illegalita’, il giornalista deve fare i conti con una realtà nella quale la facilita’ del mercimonio degli organi umani agisce al contrario dell’inamovibilità che riguarda gli organi dirigenti della societa’, non certo espiantabili ne’ trattabili, tuttavia intesi a perpetuare un dominio che non ammette deroghe e ripudia i precetti della coscienza.
Un giornalismo fondamentale per svelare crimini e misfatti, come quello che ha caratterizzato l’autore negli anni.