Il sindaco di Catania Salvo Pogliese, da ieri sospeso dall’incarico su provvedimento del prefetto di Catania dopo la sentenza di condanna del Tribunale di Palermo per peculato a quattro anni e tre mesi di reclusione nell’ambito del processo per ‘spese pazze’ all’Ars, ha scritto una lettera alla città.
“Il commovente affetto che in ogni modo possibile mi viene tributato in queste ore da tantissimi catanesi – si legge nella missiva- mi risarcisce dalla grande amarezza per una sentenza profondamente ingiusta e sbagliata che ho dovuto subire, ma che rispetto e osservo”.
“Tutto credevo potesse capitarmi nella vita – scrive Pogliese – ma non mi sarei mai immaginato di dover dar conto della mia adamantina dirittura morale per cui ho investito tutta la mia esistenza umana e politica. E tuttavia, la sfida in cui mi sono cimentato nel giugno 2018 per salvare Catania dal disastro in cui era precipitata, mi richiama a rinnovare il gesto d’amore verso la mia città”.
Nella lunga lettera del primo cittadino ‘sospeso’, Salvo Pogliese, tra l’altro ricorda che per lui “sarebbe molto più semplice abbandonare la nave nel mare in tempesta, per dare serenità a me stesso e alla mia famiglia, ma l’interesse della mia amata Catania mi spinge a fare altro e io non sono Francesco Schettino!”.
“Supereremo anche questa difficoltà tutti assieme – conclude Pogliese – come abbiamo fatto ogni giorno. Ancora una volta lo facciamo per una scelta d’amore, generosa e limpida come ognuno può e deve, verso una città a cui ci inchiniamo con il cuore gonfio di un orgoglio senza fine”.