Il Gip di Catania Giuseppina Montuori, dopo il parere favorevole espresso dal pm Fabio Regolo, ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti della commercialista S. G. operante a Roma, finita ai domiciliari il 10 luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta “Fake credits” della Procura di Catania relativa ad una serie di reati tributari.
L’inchiesta, che ha portato all’emissione di 30 misure cautelari, ha coinvolto anche il noto commercialista Antonio Paladino, ‘dominus’ della Sigi società interessata all’acquisto del Catania Calcio.
Lo schema fraudolento su scala nazionale ricostruito dai Finanzieri si snodava lungo tre fasi: costituzione di società “farlocche” in mano a prestanome, titolari di crediti “impositivi”; commercializzazione dei crediti tributari fasulli e, infine, compensazione di crediti tributari fittizi e debiti tributari reali mediante compilazione e inoltro telematico dei modelli di pagamento.
“Con riferimento alla istanza depositata nell’interesse di S. G. – scrive il pm Regolo – si osserva che successivamente all’esecuzione delle misure sono stati acquisiti elementi documentali e dichiarativi che hanno in parte mutato il quadro di gravità indiziaria con riferimento ad alcuni indagati”.
Il magistrato, titolare dell’inchiesta assieme al procuratore aggiunto Agata Santonocito, spiega che “…sta emergendo che i professionisti che hanno apposto i visti di conformità non avevano alcuna consapevolezza dell’inesistenza dei crediti certificati e sono stati raggirati dai reali responsabili di tutte le condotte di indebita compensazione…”.
Per quanto riguarda la posizione della commercialista, il pm precisa che “…la documentazione prodotta dal difensore attesta che la stessa si è occupata solo della trasmissione telematica dei visti apposti da altri soggetti come Bigi vicini allo studio dell’avv. Paese poi sottoposto a misure cautelari. E’ emerso altresì che la stessa si è rifiutata di apporre visti di conformità per società di cui non teneva la contabilità.
“Emerge altresì – continua il pm Fabio Regolo – come la stessa non abbia avuto contatti con i soggetti catanesi e alla luce di quanto sopra prende sostanza anche la lettura alternativa offerta dalla difesa con riferimento alle due conversazioni intercettate e utilizzate sia nella richiesta di misura cautelare, sia nella successiva ordinanza”.