Due anni per Corrado Labisi, 8 mesi per la moglie Maria Gallo e sei mesi per sua figlia Francesca Labisi.
E’ la sentenza in abbreviato del Gup di Catania Oscar Biondi per la famiglia Labisi, due anni fa coinvolta nell’inchiesta su un presunto buco da dieci milioni di euro nella gestione dell’istituto psicopedagogico “Lucia Mangano” di Catania.
I Labisi sono stati condannati per associazione per delinquere, reato derubricato dalle appropriazioni indebite in quanto nel corso del tempo vi sono state le remissioni delle querele di parte.
Per Corrado Labisi il pm Fabio Regolo aveva chiesto la condanna a tre anni e 4 mesi; un anno in meno per la moglie e la figlia. Hanno scelto di seguire il rito ordinario, invece, due impiegati della “Lucia Mangano”: Gaetano Consiglio e Giuseppe Cardi’, e per questo rinviati a giudizio: dovranno difendersi nell’udienza del 6 aprile prossimo dinanzi ai giudici della prima sezione del tribunale.
Nell’inchiesta del 2018, secondo la Dia di Catania Labisi avrebbe gestito i fondi erogati dalla Regione Siciliana e da altri Enti per fini diversi dalle cure ai malati ospiti della struttura, distraendo somme in cassa e facendo lievitare le cifre riportate sugli estratti conti accesi per la gestione della clinica, tanto da raggiungere un debito di oltre 10 milioni di euro. Il collegio difensivo degli imputati era composto dagli avvocati Carmelo Peluso, Rosario Ragusa, Stefania Gallo, Fabrizio Maugeri e Pieraldo Marino.
Affiliato a una loggia massonica segreta, Corrado Labisi, 67 anni, e’ personaggio molto conosciuto a Catania, per la gestione ‘familiare’ dell’istituto psicopedagogico ‘Lucia Mangano’. In passato e’ stato il patron di noti premi internazionali antimafia quello dedicato alla madre “Antonietta Labisi” e per il “Livatino-Saetta-Costa”.
Accanto all’attivita’ di paladino dell’antimafia Labisi da anni calca la scena sociale e politica di Catania. ‘Avvocato’ – fu la sorella a rivelare che non lo era mai diventato, essendo stato solo tirocinante in uno degli studi legali piu’ prestigiosi di Catania – Labisi vanta un curriculum di prim’ordine nel campo sociale: e’ stato direttore generale del Dipartimento Mediterraneo per la Pace, presidente dell’Associazione Internazionale Asso Afro-Mediterranea, consulente per i rapporti con tutti i paesi dell’area mediterranea, nella prospettiva del libero scambio, per le attivita’ sanitarie, culturali ed economiche, sindaco onorario della citta’ di Sikensi della Costa D’Avorio, ambasciatore per i Comuni della Costa D’Avorio, consulente giuridico presso la Presidenza della Repubblica della Costa D’Avorio, prorettore dell’Universita’ Telematica Unisanraffaele di Zugo in Svizzera.
Per le sue attivita’ sociali e culturali gli sono state conferite lauree honoris causa da prestigiose Universita’ Internazionali e ha ricevuto decine di premi. Iscritto da giovanissimo all’eta’ di 20 anni al partito Liberale ha fatto una lunga carriera politica. E’ stato consigliere nazionale del partito.
A Sant’Agata Li Battiati, paese della cintura dell’Etna, e’ stato per diversi anni presidente del Consiglio comunale. Poi e’ passato tra le fila di Alleanza Nazionale, dove e’ stato reggente del circolo di Aci Castello. E negli ultimi anni ha fondato e presieduto anche il Movimento della coscienza popolare, pseudo partito socio culturale morto ancor prima di nascere.