“Non credo di aver mai comprato un’opera in vita mia, vero Lella? Tutti i quadri che abbiamo in casa ci sono stati donati dagli autori stessi oppure da amici fraterni, conoscendo la grande passione per l’arte”.
Così Fausto Bertinotti chiarisce, in un’intervista sul Corriere di stamane, la ‘querelle’ relativa ai capolavori d’arte appesi alle pareti di casa sua, specificando anche il vero valore delle tre serigrafie di Mao realizzate da Andy Warhol, che avevano fatto discutere perché il valore era indicato in circa un milione e mezzo di euro per ciascuna.
“Macché, oltre alla storia dell’arte, qui ormai siamo alla commedia dell’arte. Le tre serigrafie in questione – spiega l’ex presidente della Camera – le ebbi dal mio amico Mario D’Urso. Una in regalo e due in eredità. Sono opere che hanno per me un significato affettivo enorme, ma l’expertise contenuta nell’atto ereditario parla chiaro: hanno un valore di poche decine di migliaia di euro”.
Bertinotti precisa dunque che la sua casa non è una galleria d’arte né un museo.
“In qualunque casa borghese troverete opere più preziose. E poi piano con Andy Warhol e i miliardi di dollari, non vorrei che alla fine qualcuno davvero ci credesse. Non sono diventato ricchissimo, questa è la verità, con i tre Mao”.