Dopo che ignoti – poco più di due settimane fa – gli hanno incendiato l’auto, si è sentito ‘mascariato’ dalle voci velenose sul suo conto.
Mancuso torna a parlare dopo quel fatto di cronaca e al Corriere Etneo indica chiaramente i due ambiti che possono averlo generato.
Anche se la passione politica non lo divora più come un tempo, assicura che assieme al suo gruppo sarà presente alle elezioni comunali e a quelle regionali: “Saremo noi a decidere quando non fare più politica”.
Mancuso, tra i rappresentanti istituzionali locali in pochi – se non erro – ti hanno espresso solidarietà pubblicamente dopo che ti è stata incendiata l’auto? Lo hanno fatto in privato?
Sì, ad esclusione del vice sindaco e di una parte dei consiglieri, tutta la giunta di Adrano e i miei consiglieri di riferimento. Il gruppo del consigliere Cancelliere (Italia Viva ndr.) ha fatto un’azione meritevole: quella di richiedere la convocazione di un Consiglio. Il presidente del Consiglio è stato il primo ad esprimermi solidarietà, esprimendo la volontà di volere dedicare una seduta consiliare urgente sulla criminalità.
Il sindaco D’Agate ti ha chiamato?
L’ho incontrato al bar e anche lui mi ha espresso la sua solidarietà. Mi ha detto che mi era molto vicino, soprattutto alla luce di fatti del genere.
Sul rogo della tua auto si sono dette un sacco di cose, non suffragate da alcuna prova ma tutte velenose. Ricordiamo che la Polizia sta ancora indagando su quanto accaduto. Immagino siano arrivate anche a te queste ricostruzioni.
Che sia un fatto doloso ne ho la certezza. Altro non posso dire. Quanto alle ricostruzioni che sono state fatte è normale che un personaggio pubblico venga anche ‘mascariato’ da una serie di soggetti che sotto il profilo politico vogliono giustificare una violenza personale e familiare. Un violenza indicibile che solo chi non l’ha ricevuta non può capire. Chi la riceve, invece, sa bene che impatto ha sul piano personale e nei confronti di chi ti è vicino. Devi cercare di capire da dove proviene quella violenza e avere la schiena dritta per affrontare la situazione. Poi, non è che si va molto lontano, gli argomenti sono due: da un lato il fatto potrebbe essere legato alla politica. Quando tocchi determinati argomenti qualcuno si potrebbe solleticare. Dall’altro, rappresento delle società che sono quelle che fanno più fatturato in questa città. Anche lì altri fatti non conosciuti dalla pubblica opinione sono al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Ritieni ci sia un rapporto di causa-effetto tra le tue dichiarazioni in televisione (la sera del 12 giugno) sul rinnovo del servizio di raccolta dei rifiuti e l’incendio dell’auto (la notte del 12)?
Se avessi parlato della situazione dei rifiuti solo il 12 giugno, non legherei la causa e l’effetto perché troppo breve il tempo, troppo istintiva la reazione. Considerato invece che di questo problema ne parlo almeno da un mese e mezzo, allora il pensiero mi viene sia sulle dichiarazioni di giorno 12 sia su tutti gli interventi fatti dai consiglieri comunali e sull’interrogazione che non ha ricevuto risposta. Il risultato è in linea con quanto noi paventavamo: un disinteresse totale affinché l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti della città di Adrano possa avere una evidenza pubblica. L’ultima è risibile, si tratta di una proroga di 15/20 giorni. La chiamano ‘proroga tecnica’, termine che non si trova in nessun codice.
Vuoi riassumere la questione? Hai parlato di rinnovo reiterato del servizio di raccolta dei rifiuti anziché di una gara vera e propria. E’ qui il ‘cuore’ dell’anomalia?
L’anomalia sta nell’avere attivato il 6 dicembre 2019 la nuova gara. Era ovvio non si arrivasse al 31 dicembre per una gara di nove mesi. In quella gara hanno dimenticato una cosa importante e cioè la pubblicazione nei giornali affinché l’evidenza pubblica fosse palese. In mancanza di ciò, questa gara non è stata pubblicata. Ora stanno cercando le ragioni di questa mancata pubblicazione, e lo fanno con motivazioni risibili. La Commissione è stata chiara e il Rup doveva valutare cosa fare, cioè annullare la gara. Rispetto a questo, invece, non è stato fatto nulla. C’è anche un piccolo particolare: sono stati messi 24 mila euro di incentivi. Cosa sono e a chi vanno questi soldi? E cosa sono: incentivi alla proroga?
Dopo l’attentato incendiario il Consiglio comunale si è riunito in seduta straordinaria per parlare di criminalità e legalità. Hai seguito i lavori?
Sì li ho seguiti. Il Consiglio comunale non è stato all’altezza di poter affrontare un argomento come la criminalità organizzata. Hanno parlato del sesso degli angeli: questa è una classe dirigente che non ha speranza.
In quel Consiglio c’è chi ha avanzato alcune proposte: installare delle telecamere in tutto il territorio adranita; istituire una Commissione sulla legalità. Pensi che siano strumenti utili per prevenire o arginare alcuni fenomeni?
Bisognava subito – e doveva farlo il sindaco in prima persona – farsi sentire dal Ministero dell’Interno per aumentare l’organico e i mezzi della Polizia di Stato dei Carabinieri e cercare di concentrare in questo territorio quanti più investigatori possibili. Tutto questo per via di molteplici situazioni, non solo per ciò che mi successo. Già con i pochi mezzi a disposizione le forze dell’ordine fanno molto più di quello che possono fare. Se penso alla notte del 12, proprio a causa della carenza non c’era una volante in servizio. Per fortuna c’erano i Vigili del fuoco: intervenuti dopo pochi minuti dal rogo hanno evitato il peggio. Nel giardino di casa mia c’è un grosso albero che se avesse preso fuoco avrebbe danneggiato le altre case vicine.
Sul piano amministrativo come giudichi i due anni di attività del sindaco di Adrano e della sua giunta?
Non ci sono atti che possano qualificare qualcosa di positivo. Siamo in una situazione di disagio dove non si vede quale può essere il futuro di questa città. C’è una giunta che non è altezza e posso fare degli esempi: i buoni spesa, la gestione dei rifiuti, la questione del randagismo. La vecchia amministrazione ha lasciato dei progetti che se finanziati possono rilanciare il territorio. Ma per farlo ci vuole una macchina burocratica all’altezza e, soprattutto, amministratori che abbiano un po’ di dimestichezza. Non vedo nulla al di là dei concetti giuridici che vengono espressi in ogni delibera dal vicesindaco che blocca l’attività dell’ente. Vedi l’ultima sui ragazzi dell’Orchestra Falcone e Borsellino, la delibera – forse scritta dal vicesindaco – che ha bloccato una attività importante. Reputo molto più grave ciò che è successo ai ragazzi della ‘Falcone e Borsellino’ rispetto a quanto è accaduto a me.
Scopro l’acqua calda se dico che ad Adrano, sul piano politico, il clima velenoso non è mai venuto meno. Dobbiamo rassegnarci alla ‘guerra infinita’ o c’è ancora la possibilità che torni il sereno tra voi protagonisti della politica?
Se l’unico che fa la guerra sono io…dall’altro lato non vedo nessuno. Angelo D’Agate non mi sembra voglia fare la guerra né con me né con altri. Magari lo facesse, ne verrebbe fuori un compromesso. Personalmente sono un soggetto politico fuori dall’agone. Non sto facendo la guerra, sto cercando di capire che così non si amministra. Se ci sono proposte concrete perché dovremmo dire di no? Tutti gli annunci fatti dall’amministrazione sono stati puntualmente smentiti. Non si parla di argomenti importanti, come quello dei rifiuti che impegna il 30% di risorse degli adraniti.
Politicamente dove sei collocato attualmente?
La mia storia politica è stata molto chiara. Sono stato eletto in partiti che guardano al Centro: Cdu, Forza Italia, Udc. Oggi non sono appassionato a nulla. Ho avuto un rapporto con la Lega, con Salvini. Sarà l’età ma non ho più voglia di fare battaglie per lo ‘ius primae noctis’ di qualche onorevole. L’unica cosa che posso dire è che saremo noi – e parlo al plurale – a decidere quando non fare più politica. Non lo decide né l’età anagrafica né la collocazione politica. Saremo presenti alle elezioni comunali di Adrano, con nostre liste, e alle competizioni regionali. Se mi chiedi dove, in quale partito, è difficile riesca a risponderti. In mancanza di riferimenti, non c’è una effettiva collocazione politica.