Seduta consiliare lampo ieri sera a Paternò, durata meno di un quarto d’ora.
I consiglieri erano chiamati a votare il presidente del Consiglio comunale supplente. Tuttavia, come era ampiamente prevedibile, il punto all’ordine del giorno è stato ritirato, in quanto dopo la cessazione automatica della sospensione da consigliere comunale e quindi da presidente del consiglio di Filippo Sambataro (lo scorso 15 giugno il Tribunale del Riesame gli ha revocato i domiciliari inflittigli nell’ambito di una inchiesta sui falsi invalidi), è venuta meno la necessità di procedere all’elezione del nuovo capo dell’assemblea cittadina.
Sambataro adesso può riprendere in mano le redini del consiglio comunale.
Tuttavia ieri sera il presidente era assente e a dirigere i lavori è stata la vice, la pentastellata Martina Ardizzone. Non sono chiari i motivi dell’assenza di Sambataro.
Due le ipotesi; la prima potrebbe essere legata a motivi di cortesia istituzionale: ossia essendo quella di ieri sera una seduta in continuazione (l’assise civica si era aperta lo scorso 4 giugno) il presidente Sambataro ha preferito soprassedere, preferendo che essa si chiudesse con la stessa presidenza con cui si era aperta. La seconda ipotesi potrebbe essere dettata da motivazioni politiche, in attesa che all’interno della maggioranza vengano prese delle decisioni destinate a puntellare la coalizione Nino Naso.
In particolare Sambataro potrebbe decidere di dimettersi da presidente del Consiglio; in questo modo si procederebbe all’elezione di un nuovo presidente: Pietro Cirino di Paternò 2.0 e Pippo Orfanò ex Forza Italia, sarebbero i nomi più gettonati.
Entrambi i consiglieri sono dell’opposizione: in questo modo Naso potrebbe rafforzare la propria traballante maggioranza con 2/3 elementi dell’opposizione e avere in aula i numeri necessari per affrontare con assoluta tranquillità la mozione di sfiducia.
Naso, inoltre, ha un’altra carta da giocare: in giunta ha ancora due tasselli da occupare con la nomina di due assessori, destinati con ogni probabilità ai gruppi consiliari che gli sono rimasti fedeli ma che aspirano ad avere qualche poltrona. Manovre politiche che potrebbero essere fatte prima dell’approvazione del bilancio di previsione 2020, prevista entro il 31 luglio.
Al di là delle motivazioni puramente di strategia politiche, le stesse forze d’opposizione sarebbero pronte a chiedere un passo indietro a Sambataro, ma prima di esprimersi attendono una presa di posizione ufficiale dell’attuale presidente del consiglio comunale.