Il virologo Galli attacca i colleghi: “Da irresponsabili dire che il virus si è rabbonito. Smentita viene dai nuovi focolai”

Un virus diventato buono? No, il solito virus, magari con qualche mutazione che non lo rende più tranquillo”.

Il professor Massimo Galli, direttore del reparto Malattie Infettive all’ospedale Sacco di Milano, sbotta a Cartabianca, il programma di Bianca Berlinguer.

Quarant’anni di studio, qui si continua a parlare.

Gli esperti dicono una cosa e l’opposto. I miei illustri colleghi si sono improvvisati una competenza su virus e epidemia, venendo magari da fantastici curricula da altri campi. Io non mi metto a fare l’oncologo o il nefrologo, non mi metto a fare altri mestieri in termini di valutazioni di elementi e di esperienza, santo cielo”, dice Galli.

“Questi illustri colleghi, che magari hanno posizioni sul virus diventato buono, mi giustificano focolai in giro per l’Italia.

Mi giustificano pazienti che in questo momento a Tor Vergata hanno purtroppo una ventilazione meccanica venendo dal focolaio del San Raffaele. Dobbiamo distinguere tra la coda di un’epidemia, con casi di minore gravità perché quelli che dovevano andar male sono già andati male, e la continua volontà di andare a dire in giro che il virus è diventato buono.

E’ una grossolana sciocchezza, vale la pena di dirlo una volta per tutte”, afferma ancora.

“Sfatiamo il mito che gli asintomatici ci siano solo ora. C’erano anche all’inizio. Su 100 casi, quelli gravi sono 10, forse anche meno. Non stravolgiamo i criteri dell’epidemiologia per favore.

Trovo demenziale e irresponsabile dire che il virus si sia rabbonito: è smentito dai nuovi focolai, da quello che succede in Germania, in Cina, in Brasile.

Nella compagine di coloro che sostengono certe posizioni temo ci siano molti neofiti. Bisogna parlare sulla base di dati, non sulla base di opinioni. Sono veramente stanco di dover contrastare posizioni di colleghi basate su impressioni e non su numeri”.

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