Da ieri sera sono cambiati, nel giro di 10 giorni, gli orari di chiusura delle attività di ristorazione nella città di Paternò.
Il sindaco Nino Naso ha firmato l’ordinanza numero 66 con la quale revoca l’altra, la 62, datata 10 giugno, attraverso la quale si regolamentava la movida paternese, modificando orari di vendita e somministrazione alimenti e bevande per prevenire assembramenti a scopo di prevenzione dal contagio da Covid.
Nell’ordinanza nr. 62 il primo cittadino vietava anche a esercizi pubblici e commerciali, a partire dalle ore 23.00, la vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione. Inoltre tutte le attività di ristorazione e somministrazione (bar, ristoranti, pub, pizzerie e wine bar) avevano l’obbligo di chiudere all’una, compresi i festivi e prefestivi.
Un provvedimento, l’ordinanza del 10 giugno, nato perché “non è stato possibile far rispettare compiutamente le norme sul divieto di assembramento, sul distanziamento sociale e sull’obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione individuale; inoltre si sono registrate risse e liti, causate dall’abuso di sostanze alcoliche con serio pericolo per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”.
Con la nuova ordinanza cambia uno di tutto: evidentemente in 10 giorni gli utenti della movida paternese sono diventati disciplinati e rispettosi delle regole: “A seguito di incontri con rappresentanti delle categorie di operatori del settore ed i comportamenti dell’utenza – si legge nella nuova ordinanza del 19 giugno – si è arrivati alla conclusione di poter allungare l’orario di chiusura delle attività di ristorazione e somministrazione; in tutto il territorio e la città di Paternò con decorrenza 19 giugno 2020 a tutte le attività di ristorazione e somministrazione è fatto obbligo – è scritto nell’ordinanza- di chiusura alle ore 02.00, compresi festivi e prefestivi”.
Nessun accenno, invece, alla vendita per asporto di bevande alcoliche.
Il mancato rispetto del provvedimento sindacale comporta una sanzione amministrativa che va dai 400 euro fino ad un massimo di 3 mila euro, nonché la sanzione amministrativa accessoria della sospensione dell’attività da 5 a 30 giorni.
Nell’ordinanza il primo cittadino ha invitato tutti “gli operatori del settore, nell’ambito di una reciproca e fattiva collaborazione con la Pubblica Amministrazione, limitatamente alle loro possibilità e competenze, a far rispettare il decoro e la pulizia dei luoghi pubblici limitrofi alla propria attività ivi comprese eventuali aree esterne loro concesse (dehors ecc); si riserva di adottare ulteriori o altri provvedimenti di propria competenza in considerazione dell’evolversi della diffusione epidemiologica del virus COVID-19, delle verifiche sugli effetti della presente ordinanza e di ulteriori valutazioni che potranno essere assunte.”