Mafia, blitz all’alba per arrestare ‘postino’ e ‘ambasciatore’ di Messina Denaro: in un pizzino l’ordine di comprare un terreno

Mafia, blitz all’alba per arrestare ‘postino’ e ‘ambasciatore’ di Messina Denaro: in un pizzino l’ordine di comprare un terreno

Il blitz scatta dietro ‘l’ultimo’ pizzino del capomafia latitante.

L’operazione della polizia di Stato, all’alba, in provincia di Trapani, ha assestato un altro colpo alla rete di protezione e di comunicazione di Matteo Messina Denaro.

Arrestati in particolare due fedelissimi: il ‘postino’ del boss, Giuseppe Calcagno, che smistava i pizzini e, quindi, ordini da far valere, senza discutere, sul territorio; e Marco Manzo, una sorta di ‘ambasciatore’, cui competeva tenere i collegamenti con gli altri mandamenti.

La Squadra mobile di Trapani, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha eseguito numerose perquisizioni e arresti nei confronti dei favoreggiatori del capomafia ricercato dal 1993. Quindici gli indagati a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento della latitanza del boss.

Tra gli indagati lo stesso capomafia per tentata estorsione.

Perquisita la sua residenza anagrafica, nel centro di Castelvetrano, abitata dalla madre. Una nuova operazione a tenaglia, dunque, dietro anche il presunto pizzino di Messina Denaro, di cui si parla in un dialogo intercettato. Nessuna tregua al superlatitante.

Il boss, indagato in questa inchiesta per tentata estorsione, secondo quando emerge cinque anni fa avrebbe manifestato la volontà di acquistare un terreno nella sua Castelvetrano, terreno che a quanto pare sarebbe in passato appartenuto al padrino corleonese deceduto, Totò Riina.

I fedelissimi di Messina Denaro avrebbero fatto pressione sui successivi proprietari perché vendessero l’area su cui aveva messo gli occhi.

Un’operazione che il latitante avrebbe voluto concludere nel 2015 e l’ordine era contenuto in un ‘pizzino’.

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