Paternò, la rabbia dei gestori di bar e pub dopo l’ordinanza anti-movida del sindaco: “In piazza serve presidio dei Vigili urbani”

ordinanza anti-movida

di Francesco Mascali

“Un errore gravissimo a cui bisogna rimediare al più presto”

con queste parole Marco Parisi, titolare del Cafè Elite, bolla l’ordinanza diramata dal sindaco Nino Naso che fissa la chiusura di bar e pub all’una di notte e vieta la vendita di bevande alcoliche da asporto dalle 23 in poi.

“Siamo i primi – osserva Parisi – a voler tutelare i cittadini e la salute pubblica, ma questo va fatto con misure adeguate. Così non si fa altro che affossare i locali e distruggere l’economia già messa a dura prova dalla crisi post Covid.

Basta fare un giro in città per verificare che gli assembramenti sono ovunque, l’unica soluzione al problema sarebbe aumentare i controlli.

Noi non abbiamo nessuna colpa, anzi, nel nostro piccolo rappresentiamo un presidio di sicurezza.

La stragrande maggioranza degli esercenti si è adattata in maniera esemplare alle misure contenute nel decreto dotando il personale dei Dpi, distanziando i posti a sedare e fornendo l’igienizzante ai clienti.”

Parisi pone l’accento sul ruolo e sulle responsabilità degli esercenti:

“Per quanto riguarda gli assembramenti che si verificano fuori dai locali la responsabilità non può essere nostra, perché non abbiamo l’autorità per fare rispettare le regole di distanziamento sociale al di fuori del nostro locale.

È un compito che spetta solamente alle forze dell’ordine. Basterebbe aumentare i controlli e creare dei presidi di sicurezza fissi per cercare di fare rispettare le regole. Anche facendo qualche verbale quando occorre.”

Il Cafè Elitè è l’unico locale in città a rimanere aperto 24 ore su 24, il titolare spiega l’impatto che l’ordinanza avrà sull’attività: “Da più di dieci giorni abbiamo ripreso l’orario continuato e devo dire che sebbene la situazione non fosse come prima del lockdown, stavamo lavorando bene.

La decisione di mantenere il locale aperto 24 ore su 24, oltre ad essere finalizzata a fornire un servizio ai nostri clienti e alla città, è dovuta al fatto che proprio quest’anno abbiamo ristrutturato interamente il locale con un investimento che dobbiamo ovviamente recuperare.

Ma il problema non sarà solo nostro, tutti i locali che ‘vivono’ la notte saranno fortemente penalizzati e a questo punto sarebbe più onesto chiedergli direttamente di chiudere bottega.”

Dalla piazza “incriminata” ci giungono le voci di Angelo Catena e Massimo Bontempo, titolari del bar Dolce&Amaro, che vanno subito al sodo: “Dovremmo rinominare – affermano – piazza Umberto in parcheggio Umberto.

È vero che nelle stradine adiacenti alla piazza regna il caos, che si trovano delle bottiglie rotte, che ci sono dei mezzi che scorrazzano ad alta velocità, e che i vandali minacciano la quiete dei residenti della zona, ma che senso ha fare un’ordinanza di questo tipo che penalizza solamente le attività commerciali?

“Questi individui – continua Angelo Catena – danno fastidio anche a noi e non consumano nei nostri locali. Vengono in Piazza già muniti di bottiglioni di alcol scadente da consumare per strada. Questi fatti sono stati visti e documentati più volte dagli stessi residenti.

Per colpa loro non potremo più vendere un cocktail o una birra ai nostri clienti, assolutamente civili, che andrebbero a berlo sulle panchine della Piazza sfruttando così la possibilità di mantenere le distanze di sicurezza.

Ed il paradosso più grande è che noi non potremo più somministrare l’alcool da asporto ai nostri clienti, ma i malintenzionati potranno continuare a portarsi gli alcolici da casa e consumarli qui in maniera indisturbata”.

Secondo i commercianti queste misure porterebbero i consumatori a migrare verso altre località dove gli orari non sono regolamentati o sono comunque più elastici.

Hanno anche tentato di mediare con l’amministrazione per trovare una soluzione, ma ogni tentativo è stato vano:

“Avremmo voluto organizzarci, assieme agli altri esercenti della zona – spiega Massimo Bontempo – per attivare un servizio di vigilanza privata nonostante questo comporti un costo enorme per noi.

Purtroppo non ci ha ascoltato nessuno.

Speriamo che l’ordinanza possa essere ritirata.

Alle istituzioni proponiamo di aumentare i controlli mettendo in piazza un presidio dei vigili urbani o delle forze dell’ordine, perché noi non possiamo fare gli eroi andando a controllare chi staziona al di fuori del nostro locale: non ne abbiamo l’autorità”.

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