A partire da domani a Paternò tutte le attività di ristorazione e somministrazione (bar, ristoranti, pub, pizzerie e wine bar) hanno l’obbligo di chiudere all’una, compresi i festivi e prefestivi.
E’ quanto stabilisce una ordinanza del sindaco Nino Naso che vieta anche a esercizi pubblici e commerciali – a partire dalle ore 23.00 – la vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione.
La decisione del primo cittadino, si legge nell’ordinanza, appare lo strumento più idoneo e proporzionato allo scopo di prevenire incontrollabili fenomeni di assembramento, aggravato anche dall’abuso di assunzione di bevande alcoliche sulla pubblica via. Pene severe per i trasgressori: sanzione amministrativa da 400 a 3000 euro e sospensione dell’attività da 5 a 30 giorni.
L’ordinanza del sindaco solleva già le proteste dei proprietari di bar e locali di ritrovo che si sentono fortemente penalizzati da una decisione del genere.
La giovane consigliera comunale Claudia Flammia (M5S), in un post a commento dell’ordinanza, pone una serie di domande all’amministrazione: “Ma scusate: prima dell’una la possibilità non sussiste ugualmente?
La politica non dovrebbe aiutare le attività in un momento simile? E soprattutto, perché non provvedere facendo più controlli anziché ricorrere a questa pseudo soluzione?
“Io, da giovane, frequento i locali, anche dopo l’una, mantenendo la distanza di sicurezza, applicando tutte le norme necessarie per garantire la mia sicurezza e quella degli altri.
Mi vergogno, da giovane, dell’assurda quantità di risse che ultimamente vengono registrate nel territorio.
Ma la soluzione non è chiudere. Il controllo, la supervisione, la sicurezza e l’aiuto alle nostre attività, dove sono? Politica spicciola.
È questo che succede in assenza di programmazione. La mia vicinanza a tutte le attività”.