Domenica scorsa, sui social, a commento dell’articolo di Finocchiaro, l’assessore Rosanna Natoli aveva commentato: “Non ho letto l’articolo del Corriere Etneo e non so chi lo ha scritto, ma parlare di investimenti per la cultura in questo momento, quando ancora non ci siamo ripresi del tutto dall’emergenza Covid è veramente da dementi”.
Pochi giorni dopo queste affermazioni, il sindaco Naso ha assegnato alla Natoli la delega alla Cultura da lui detenuta fino a quel momento.
Alcuni rappresentanti della cultura paternese ci hanno inviato questa nota che pubblichiamo integralmente:
L’ autorevole voce del maestro Barbaro Messina, Michela Bottino, referente per Paternò di Naxoslegge, assieme al direttore artistico Fulvia Toscano e il Presidente dell’Archeoclub di Paternò Domenico Triolo, esprimono un forte disappunto, circa la grave e offensiva censura con cui è stato etichettato l’architetto Francesco Finocchiaro, presidente Archeoclub Iblamajor di Paternò nonché consigliere nazionale dell’Archeoclub d’Italia, impegnato da sempre nello studio della nostra città e che ogni giorno si adopera per la tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico di Paternò.
Toni e parole, espressi in uno stile che restituiamo al mittente, mostrano un totale disallineamento rispetto alle politiche regionali sulla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano.
Tutto questo, a partire dalle recenti indicazioni del neo assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà che ha sostituito il compianto Sebastiano Tusa e coerentemente alle idee dello stesso presidente della Regione Siciliana.
Ci fa specie e ci spiazza, quanto letto sui social in questi giorni: è stato dato , infatti, del “demente” a chi ha solo chiesto di ripartire dalla valorizzazione dei tesori del nostro territorio. Tutto ciò risulta sconvolgente e più stridente se si pensa che l’offesa proviene dalle dichiarazioni di un rappresentante della Città.
Quali soggetti che ogni giorno, in chiave volontaristica, si spendono per il patrimonio culturale ci sentiamo profondamente offesi. Non importa chi sia stato il bersaglio, oggi, di tali esternazioni, ad essere offesi sono tutti quelli che hanno dedicato la loro vita a questo paese.
Un pensiero è quindi rivolto a Luigi Puglisi, Totuccio Bottino, Barbaro Conti, Pina Carciotto, Vincenzo Fallica, Nino Caserta, Gaetano Palumbo, d’Inessa e il cantastorie Busacca e con loro, tanti altri, anche tutti quelli che oggi, in tante associazioni, a scuola e nelle botteghe artigiane di arte e mestieri, aggiungono bellezza a una Paternò che ha bisogno di ripartire dalla Cultura.