Castel di Judica, giovanissima simula rapimento per giustificare una ‘quasi-fuitina’ con il fidanzato: poi confessa tutto

I carabinieri di Castel di Judica hanno denunciato per simulazione di reato una 16enne, del posto.

La storia ha un sapore che spazia tra il paradossale e la compiacente comprensione, considerata la giovane età della denunciata e il contesto nel quale la vicenda si è svolta. Vicenda che riporta alla mente i garbugli sentimentali in chiave siciliana magistralmente raccontati dal regista Pietro Germi.

In particolare la giovane aveva deciso di dare un taglio, almeno temporaneamente, ai diktat dei genitori che le imponevano il rientro in casa entro un certo orario, nonché di mantenere un comportamento ineccepibile anche … agli occhi del paese.

Ma si sa … al cuor non si comanda e la ragazza, innamorata del suo fidanzato, ha pensato bene di raccontare ai genitori la favoletta per la quale avrebbe passato la notte a casa di un’amica inviando poi loro, effettivamente, una foto dell’abitazione della sua compagna del cuore.

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi ed i genitori, con animo da detective, si sono recati dall’amichetta che ovviamente cadeva dalle nuvole inducendoli per lo spavento provato, era mezzanotte e mezza, ad avvisare i carabinieri chiedendo il loro aiuto.

La ragazza frattanto, forse avvisata da qualcuno della tempesta che stava per piombarle addosso, è rientrata poco dopo riferendo ai militari di essere stata rapita da tre uomini i quali, a forza, l’avevano caricata su una macchina.

L’avventurosa storiella era stata però mal digerita dai militari che, forti dell’esperienza e della loro costante attività di controllo che li portava a sapere “tutto di tutti” in paese, nutrivano più d’un sospetto sulla sua veridicità.

E’ bastata quindi qualche domanda in più e soprattutto la loro intenzione di visionare le telecamere di videosorveglianza che la ragazza, scoppiata in un pianto a dirotto, confessava loro la verità … il desiderio d’incontrare il suo ragazzo senza restrizioni.

Inutile dire, perché facilmente intuibile, cosa sia successo dopo alla presenza degli allibiti genitori che assistevano la figlia alle domande dei carabinieri che, dal canto loro, hanno speso più d’una parola con la ragazza nel tentativo di farle comprendere la gravità delle sue dichiarazioni.

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