“Non si hanno certezze” che il coronavirus Sars-CoV-2 sia diventato più buono.
L’epidemiologo Vittorio Demicheli, alla guida della task force della Regione Lombardia per l’emergenza Covid-19 e direttore sanitario dell’Ats di Milano, chiama in causa piuttosto “un fenomeno che gli inglesi chiamano harvesting. Il virus ha fatto la cosiddetta ‘mietitura’ – spiega in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ – ha accelerato quindi il percorso clinico di persone fragili, in molti casi con altre patologie. Può essere che ora abbia consumato il bacino dove poteva fare più danni e si presenti con letalità contenuta”. L’esperto analizza l’ultimo dato delle morti in Lombardia, ieri pari a zero dopo 3 mesi di numeri quasi sempre a tripla cifra. “I flussi provenienti dalla rete ospedaliera e le anagrafi territoriali oggi non hanno segnalato decessi”, hanno motivato dalla Regione. “Restano da fare verifiche coi Comuni, ma” per Demicheli “il segnale resta chiaro. E non ci sarebbe troppo da sorprendersi. Man mano che l’epidemia anche in Lombardia retrocede, si ragiona su numeri sempre più piccoli.
Il dato dei decessi – sottolinea l’epidemiologo – rispecchia l’andamento anche se indica sempre storie cliniche iniziate qualche settimana prima. E una conseguenza anche del dato che emerge dalle terapie intensive”. “A morire” infatti “sono quasi sempre i malati più gravi che spesso erano intubati. Se il numero nelle ultime settimane è sceso da oltre 1.300 ai 197 di ieri – osserva l’esperto – significa che sono molte meno anche le persone con un quadro clinico compromesso.
I dati vanno letti nel loro complesso”, puntualizza. E se è vero che c’è ancora gente che entra in terapia intensiva, questi malati sono “pochissimi. In alcuni casi sono pazienti già ricoverati che necessitano di sostegno respiratorio”.