Istituire una commissione di indagine che faccia luce sulla distribuzione dei buoni spesa da parte del Comune.
Ad avanzare la richiesta è stato ieri il consigliere comunale di ‘Vivere a Colori’ Carmelo Santangelo nel corso di una seduta consiliare rivelatasi per l’amministrazione comunale una vera e propria Caporetto.
Santangelo ha sottolineato i limiti legati alla gestione della distribuzione dei ‘buoni’ da parte del Comune, ben evidenti alla luce del fatto che a distanza di mesi non si è ancora conclusa la distribuzione. “Di commissioni d’indagine – ha auspicato il consigliere Agatino Scardina – ce ne vogliono due: una non basta per evidenziare ciò che ha fatto l’amministrazione”.
Un’analisi impietosa dell’operato dell’amministrazione nei giorni dell’emergenza Covid, l’ha fatta il consigliere Salvo Coco di Azione Civica.
“Nei momenti di emergenza – ha affermato Coco – il ruolo della politica è amplificato: bisogna guidare i cittadini preoccupati e smarriti, dettare linee guida agli uffici, avere chiaro un programma che sia un vademecum per la città.
L’amministrazione D’Agate, ancora una volta, non solo non è riuscita a dare risposte concrete e univoche, ma ha arbitrariamente deciso di asserragliarsi e barricarsi, senza prendere in considerazione i consigli provenienti da tutte le parti politiche. C’è stata una gestione disordinata e disorganizzata del fondo di solidarietà alimentare trasformato in un click day che non ha permesso a chi realmente aveva bisogno di accedere al sussidio”.
L’esponente di Azione Civica ha elencato una serie di inefficienze ritenute assai emblematiche della insufficiente azione amministrativa.
“I telefoni dei Palazzi comunali – ha spiegato Coco – sono stati fuori uso per 15 giorni; la comunicazione è stata manchevole e insufficiente. Nessuna organizzazione delle misure da mettere in atto per aiutare le attività commerciali che si stanno preparando ad affrontare la crisi che li ha travolti.
“Questa è una pubblica amministrazione, non una onlus – ha concluso Coco – l’amministratore è chiamato a dettare la linea, a impartire le direttive, a stabilire criteri chiari. Il sindaco e la sua giunta hanno provato a stare sul pezzo ma non ci sono riusciti. Un esempio lampante? Il Coc (Centro operativo comunale di Protezione Civile) è stato attivato dopo un mese e 17 giorni dopo dal primo Dpcm, ma si è riunito una sola volta, il giorno in cui è stato chiuso e disattivato”.