Durissimo colpo a Cosa nostra. Nell’ambito dell’operazione ‘Mani in pasta’ sono scattati 91 arresti e numerosi sequestri per un valore di circa 15 milioni di euro.
Dall’alba militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo e di altri Reparti sul territorio nazionale, hanno dato esecuzione a ordinanze di custodia cautelare e sequestro preventivo, emesse dal gip di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 91 persone, nonche’ di un vasto patrimonio immobiliare e mobiliare del valore di circa 15 milioni di euro. Le operazioni sono in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania. Impegnati 500 uomini delle Fiamme gialle, con l’appoggio di un mezzo aereo e di unita’ cinofile addestrate per la ricerca di armi, stupefacenti e valuta.
L’operazione si è sviluppata tra Palermo e Milano. L’imponente blitz della Guardia di finanza ha colpito soprattutto il rione Arenella-Acquasanta del capoluogo siciliano oltre che il capoluogo lombardo. Al centro delle indagini della procura della Repubblica – coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise e Dario Scaletta – gli affari dei fratelli Gaetano, Giovanni, Angelo e Rita Fontana che dall’Acquasanta avevano investito, e tanto, a Milano. In carcere anche la madre, Angela Teresi, anche lei accusata di mafia perché avrebbe gestito la cassa del mandamento mentre i figli ricoprono ruoli direttivi nella famiglia mafiosa.
Per oltre due anni i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria, guidato dal colonello Saverio Angiulli, hanno lavorato sui Fontana, ricostruendo – coordinati dai pm palermitani – il giro di affari e le modalità. Il gip Pergiorgio Morosini ha disposto la custodia cautelare in carcere – ma non per mafia – anche Michela Radogna, compagna di Gaetano Fontana, per gli uomini che facevano parte della sua cerchia ristretta e fidata e per quelli che si occupavano del pizzo, della droga e della gestione delle scommesse. Sotto sequestro beni per circa 15 milioni di euro fra immobili, svariate attività commerciali nel settore del caffè, soprattutto, di cui alcuni degli arrestati gestivano l’affare in Lombardia, e cavalli da corsa.
Infiltrazioni anche nei cantieri navali, con il controllo esercitato su una cooperativa. Non solo i Fontana – nome di peso di Cosa nostra palermitana – colpita dal maxi blitz di oggi della Guardia di finanza, con 91 arresti tra Palermo e Milano – erano di ‘casa’ in diversi ippodromi e attraverso i loro uomini di fiducia si occupavano anche di truccare corse dei cavalli in tutta Italia dopando i cavalli oppure minacciando i fantini avversari in modo da far vincere il cavallo prescelto. I soldi poi – con fidati spalloni – viaggiavano da Palermo fino a Milano per essere investiti in attività commerciali “normali” come, ad esempio, la gioielleria Luxury Hours, già sequestrata tempo fa nel cuore di Milano. Fontana è un cognome storico nel rione Arenella-Acquasanta (che rientra nel mandamento mafioso dell’Acquasanta). Stefano Fontana, oggi deceduto, era il reggente della famiglia, passando il testimone al figlio Gaetano che dopo avere scontato una condanna per mafia dal 2010 era sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Milano.