I Carabinieri della Stazione di Randazzo hanno denunciato una 22enne di Torre Annunziata (NA), responsabile del reato di truffa.
Quando si dice che la realtà supera la fantasia … forse quanto accaduto ad un’impiegata di una tabaccheria brontese è la classica rappresentazione di uno scorcio di vita vissuta che svela la reale essenza del famoso detto popolare.
I militari hanno ricevuto la denuncia della dipendente della tabaccheria che, non senza rammarico come si capirà, ha raccontato che già da almeno una settimana prima aveva notato la persistenza di alcuni malfunzionamenti nel terminale della “LIS IP S.p.A.”.
Al disservizio, del quale oggi non è stata ancora chiarita la modalità di generazione, è seguita la telefonata di un sedicente tecnico della “Lottomatica” che, con fare professionale e senza alcuna inflessione dialettale, le confermava d’aver anch’egli riscontrato da collegamento remoto le anomalie sul sistema, offrendo così la propria disponibilità per risolvere il problema con un rapido e risolutivo intervento on line.
L’uomo, con grande disponibilità e modi garbati, ha così impartito telefonicamente le istruzioni alla malcapitata chiedendole il suo numero di cellulare per interloquire tramite WhatsApp, facendole riavviare il terminale, fornendole un codice che sarebbe dovuto essere di “verifica” avente numero “99666” abbinato alla dicitura da digitare “invalida transazione” ed un numero di carta postepay di “prova” da inserire, nonché raccomandandole di procurarsi un codice fiscale diverso da quello del titolare della tabaccheria.
Bene, il resto è da addebitare “all’abilità” del truffatore ed allo stato di tensione della poveretta la quale, meccanicamente, si è trovata ad effettuare l’operazione con una fila di clienti in attesa.
L’uomo, in questa maniera, ha “gestito” la tabaccaia facendole fare inconsapevolmente per ben tre volte un versamento di €. 996,66 (il cd. codice di verifica) per un totale di €. 2.989,98 venendo poi interrotto da un altro dipendente della rivendita, intervenuto non appena si era reso conto di cosa stesse realmente succedendo.
Le attività d’indagine svolte dai militari hanno ben presto evidenziato che il documento di riconoscimento, utilizzato per l’attivazione dell’utenza cellulare con la quale la malcapitata interloquiva con il truffatore, era stato ovviamente contraffatto nonché, ancora, che l’intestataria della carta postepay beneficiaria dell’importo truffato era da identificarsi nella giovane di Torre Annunziata che, verosimilmente, è solo un ingranaggio di una ben più complessa macchina criminale.
In merito, pertanto, si raccomanda di porre la massima attenzione a fatti o circostanze similari che possono rappresentare un veicolo utilizzato dai malviventi per l’infiltrazione nei sistemi informatici, attraverso i quali vengono effettuate movimentazioni di denaro.