”Siccome ora ci sono soglie definite di allarme, siamo in condizione di studiare un’eventuale anticipazione delle aperture per ulteriori attività con differenziazioni geografiche”.
Lo dice il premier Giuseppe Conte intervistato dal ‘Fatto quotidiano’.
”In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività, si potrà decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchieri, ma anche teatri”. Conte sottolinea che ”il piano ha funzionato, con un’attuazione ordinata del rientro di 4,5 milioni di lavoratori tra fabbriche e uffici. Anche le nuove regole sui trasporti non hanno bloccato gli spostamenti, anch’ essi finora molto ordinati.
Si conferma il senso di responsabilità dei cittadini, la grande attenzione al rispetto delle regole.
E questo mi fa ben sperare sul fatto che la curva dell’epidemia resti sotto controllo”. Detto questo, ”il virus è un male invisibile quindi fare previsioni è azzardato, hanno difficoltà pure gli scienziati. Gli indici che segnalano l’allarme e farebbero scattare una chiusura non sono collegati solo a R0 , ma a una ventina di parametri: densità abitativa, test fatti, nuovi contagiati, posti disponibili negli ospedali ecc.
Per spostarsi tra regioni bisognerà aspettare.
Idem per la riapertura del commercio al dettaglio, prevista per il 18 maggio: non si possono fare previsioni. Non mi aspetto un particolare aumento dei contagi, perché ormai si è diffusa fra i cittadini un’educazione generale alla convivenza col virus. Anche se ci sono settori che non possiamo controllare del tutto, come gli ambiti familiari. Lo stesso il ritorno in fabbrica, nonostante i protocolli rigorosi, potrebbe far risalire la curva.
Ma stiamo facendo tutto con grande scrupolo e abbiamo un piano che ci consente, se le cose andassero male, di intervenire in modo mirato, geograficamente circoscritto, e non generalizzato”.