di Salvo Italia
“Salvo, ho notato che su whatsapp non hai ancora letto il mio messaggio”.
Smarrito e in colpa risposi di no. Non ancora. Le lezioni in classe, per deontologia professionale, mi proibiscono di attaccarmi alla messaggeria che a raffica ingurgita messaggi, foto, video.
“Per questo motivo ti sto chiamando”. Ancora più smarrito, pensavo tra me e me in quegli istanti, Nicola Savoca mi chiamava, solamente, perché non avessi letto il suo messaggio. C’era qualcosa di importante e di urgente per chiamarmi a causa di una mia mancanza. E il tono della sua voce manifestava apertamente l’esigenza prioritaria e calorosa di comunicarmi qualcosa che non poteva essere procrastinato. Qualcosa che doveva obbligatoriamente essere condivisa subito. Cosa c’era di tanto urgente?
“Pippo è diventato vescovo”.
Pippo non era che uno solo. Pippo Schillaci. Non ho ribattuto con un Pippo chi? Ma sei sicuro? Vero?
Prima per l’autorevolezza della fonte, Nicola Savoca. Giornalista e amico comune di Pippo e me. Poi, perché, che diventasse vescovo Pippo Schillaci non ci destava sorpresa, stupore. No assolutamente. Tutti aspettavamo da anni tale nomina. Tutti sentivamo dentro di noi che potesse da un giorno all’altro giungerci una simile notizia. Un figlio spirituale della parrocchia di santa Lucia di Adrano, che aveva risposto “Sì” alla chiamata di Cristo come sacerdote, diventava Vescovo della Chiesa cattolica.
Ma se non mi sorprendeva. Quelle poche parole aggiunte “Papa Francesco lo ha nominato Vescovo di Lamezia Terme” mi riempivano di gioia, di emozione. L’interlocuzione tra me e Nicola diventava un susseguirsi e uno scambio di “bellissimo, stupendo, un dono di Dio per la Chiesa tutta e, in particolar modo, per quella lametina”.
Nella mia bocca come incontrollate fuoruscirono frasi che cominciarono a rimbombare nel corridoio della scuola, tra i colleghi e gli alunni che incontravo. “Pippo Schillaci è stato nominato vescovo”. Ripetevo come un automa estasiato “Pippo Schillaci è stato nominato vescovo”. I tanti che lo conoscevano, per aver celebrato nel nostro territorio in occasione di cresime, matrimoni, di festività religiose, erano compiaciuti e felici.
Nicola proseguì dicendomi che Pippo, in quel frangente, era in arcivescovado, per la comunicazione ufficiale alla Chiesa catanese della sua nomina da parte di Mons. Gristina, arcivescovo di Catania.
Con Nicola, subito, pensammo di contattare gli amici dell’adolescenza che insieme eravamo cresciuti presso la Parrocchia di Santa Lucia sotto la guida carismatica, dotta e sapiente di Don Giuseppe Calambrogio.
Fu, proprio, a Padre Calambrogio che io feci la prima telefonata, dopo aver chiuso con Nicola Savoca.
Egli stava rientrando da Siracusa, dove era stato chiamato per una conferenza. Non potevo chiamare altri che lui. “U parrino”, come lo chiamavamo da ragazzi ed ancora ci rivolgiamo a lui. “La Grazia di Dio, ancora una volta, è scesa su Pippo e vuole rinnovare la sua chiamata per un Magistero di maggiore responsabilità e servizio”. La seconda telefonata a Pierino Ciadamidaro. Il dott. Pierino Ciadamidaro. Il fratello maggiore dei “Ragazzi di Santa Lucia”. Il nostro educatore e consigliere assieme al compianto Rag. Angelo Maccarrone, allora Responsabile degli uffici finanziari del Comune di Adrano.
Nel giro di pochi minuti partì un tam tam che chiamò a raccolta tutti i ragazzi di Santa Lucia, adesso ragazzi azzimati, con qualche ruga. Ci si ritrovò in pochi giorni. Si pensò di ritrovarci nuovamente. Di incontrare tutti insieme Pippo. Di far rinascere il gruppo di “Santa Lucia olé”.
Da allora, è passato un anno. Un anno ricco di iniziative. Intanto nella nostra mente si staglia prepotentemente la celebrazione liturgica dell’11 maggio 2019. La chiesa di Santa Lucia scoppiava all’inverosimile. Si assisteva ad un evento storico per tutta la Comunità adranita che salutava e ringraziava Dio per la prima nomina di un suo figlio a vescovo.
Da allora per noi ragazzi di Santa Lucia è iniziato un vero e proprio pellegrinaggio spirituale e formativo che ci ha accompagnato fino al 6 luglio per la consacrazione di Pippo Schillaci a Lamezia Terme.
Abbiamo rivissuto Radio SL per un giorno, la prima radio libera di Adrano, grazie all’idea di Enzo Sangrigoli e Nicola Savoca.
Pippo Schillaci ha fatto un piccolo miracolo. Far ritrovare nelle sale e negli ambienti dove sono cresciuti da ragazzi degli amici che, in diaspora, hanno scoperto di nuovo che, in fondo, ragazzi lo sono ancora. Quanti ricordi sono riemersi. Quanti aneddoti. Quanti particolari si sono trovati un varco nella mente di ognuno. Il primo campeggio alle pendici dell’Etna. Le scalate sulla sommità cratere centrale. Le goliardate tra impenitenti burloni.
A lei, S. E. Mons. Giuseppe Schillaci, grazie, per averla conosciuto, per essere stato nostro amico, per averci dato dono della sua saggezza e bontà. Per ricordarci sempre nelle sue preghiere.