Coronavirus, il ministro della Salute: “Il decreto non si cambia. Se riapriamo, il virus presenta il conto”

“Le misure adottate hanno salvato la vita a migliaia di persone. Il 10 marzo ho insistito con forza per chiudere in tutte le Regioni. Rivendico quel passaggio difficile. Con il lockdown si è evitato che l’onda altissima del virus arrivasse al Sud, che avrebbe pagato un prezzo molto salato”.

In un colloquio con il Corriere della Sera il ministro della Salute Roberto Speranza dichiara che non c’è “nessuna pretesa di riorganizzare la società con un Dpcm” e che si tratta di “polemiche senza senso”. “Dobbiamo tutti – aggiunge – lavorare insieme, anche con i presidenti di Regione e i sindaci”, ma dal 4 maggio non sarà “assolutamente” un liberi tutti: “Ci è sembrato giusto dare un primo cauto segnale perché siamo consapevoli della sofferenza delle persone, ma come ha detto Conte non decidiamo le misure per il consenso. Se riaprissimo tutto, in due settimane il virus presenterebbe il conto”.

“Le misure adottate hanno salvato la vita a migliaia di persone. Il 10 marzo ho insistito con forza per chiudere in tutte le Regioni. Rivendico quel passaggio difficile. Con il lockdown si e’ evitato che l’onda altissima del virus arrivasse al Sud, che avrebbe pagato un prezzo molto salato”. In un colloquio con il Corriere della Sera il ministro della Salute Roberto Speranza dichiara che non c’è “nessuna pretesa di riorganizzare la società con un Dpcm” e che si tratta di “polemiche senza senso”. “Dobbiamo tutti – aggiunge – lavorare insieme, anche con i presidenti di Regione e i sindaci”, ma dal 4 maggio non sarà “assolutamente” un liberi tutti: “Ci è sembrato giusto dare un primo cauto segnale perché siamo consapevoli della sofferenza delle persone, ma come ha detto Conte non decidiamo le misure per il consenso. Se riaprissimo tutto, in due settimane il virus presenterebbe il conto”.

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