Catania, addio a Romano Mascali: pilastro della radiofonia etnea

Un pilastro della radiofonia catanese ci ha lasciati: Romano Mascali, voce e passione sulle frequenze delle più ascoltate radio etnee, è morto ieri dopo essersi battuto come un leone contro la malattia che lo affliggeva.

Ad Alfio Vinci, conduttore radiofonico ed editore di Radio Elleuno, il Corriere Etneo ha chiesto di ricordare in breve la figura del ‘radioso’ Romano Mascali.
Ci stringiamo al dolore della famiglia e dei suoi amici radiofonici che hanno avuto il piacere di lavorare con lui.

Quando qualcuno si allontana dalla nostra vita, porta con sé la parte che abbiamo condiviso. Come se la strappasse via involontariamente.

Ed allora cominciamo a brancolare nel buio prima di raggiungere un nuovo equilibrio, prima di trovare una nuova motivazione. O un rimpiazzo.

Ma se a lasciarci è Romano Mascali, qualsiasi strategia si dimostra inefficace.

Con Romano ho condiviso la passione per il fantastico mondo della radiofonia.

Quando ci conoscemmo, nel 1988, lui mi offrì la possibilità di condurre una trasmissione a Radio Studio Centrale, la sua creatura. Devo ringraziarlo, perché anche grazie a lui ho imparato i mille segreti per stare davanti al microfono. Era un archivio musicale vivente: quando non riuscivo a ricordare il nome di qualche artista od il titolo di una canzone, lo chiamavo nella quasi certezza di risolvere il problema. Era anche un collezionista di dischi. Ricordo che era alla ricerca di un 45 giri molto raro; lo cercammo insieme nel web ma senza fortuna. Purtroppo non ho avuto la possibilità di sapere se la ricerca andò a buon fine.
Durante gli ultimi mesi della malattia ci sentivamo spesso; nonostante la sofferenza, paradossalmente, era lui che incoraggiava me. Poi gli eventi sono precipitati. Per me è come se il disco fosse finito… la bobina non girasse più… la cassetta fosse arrivata alla fine… Romano, non potremo più suonare ‘Saturday love’ di Alexander O’Neal.
Ciao carissimo, noi continueremo ad ascoltarti da quaggiù. Stay tuner! (Alfio Vinci)

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