Eccola, la circolare grazie alla quale molti detenuti – tra i quali boss mafiosi – riescono a ottenere gli arresti domiciliari in ragione del proprio stato di salute collegato all’emergenza Covid-19.
La lettera del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) del 21 marzo (vedi foto) ha imposto a provveditori e direttori degli Istituti penitenziari di comunicare alle autorità giudiziarie i nominativi dei detenuti affetti da patologie con il rischio di complicanze.
L’elenco di patologie e condizioni è articolato: malattie croniche respiratorie, malattie dell’apparato cardio-circolatorio, diabete mellito scompensato, insufficienza renale cronica, malattie degli organi emopoietici, neoplasie attive, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci, malattia da Hiv, persone di età superiore a 70 anni.
“Le Direzioni – si legge nella circolare che ha già prodotto alcuni effetti – comunicheranno con solerzia all’autorità giudiziaria, per le eventuali determinazioni di competenza, il nominativo del ristretto che dovesse trovarsi nelle predette condizioni di salute (o altre valutate di analogo rilievo dalla direzione sanitaria).
Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, però, in una nota chiarisce di non aver “diramato alcuna disposizione a proposito dei detenuti appartenenti al circuito di alta sicurezza o, addirittura, sottoposti al regime previsto dall’articolo 41bis dell’ordinamento penitenziario”.
Il Dap precisa che quella inviata il 21 marzo scorso agli istituti penitenziari “è una richiesta con la quale, vista l’emergenza sanitaria in corso, si invitava a fornire all’autorità giudiziaria i nomi dei detenuti affetti da determinate patologie e con più di 70 anni di età”.
Un “semplice monitoraggio – continua la nota – con informazioni per i magistrati sul numero di detenuti in determinate condizioni di salute e di età, comprensive delle eventuali relazioni inerenti la pericolosità dei soggetti, che non ha, né mai potrebbe avere, alcun automatismo in termini di scarcerazioni: le valutazioni della magistratura sullo stato di salute di quei detenuti e la loro compatibilità con la detenzione avviene ovviamente in totale autonomia e indipendenza rispetto al lavoro dell’amministrazione penitenziaria. Dal ministero – conclude la nota del Dap – comunque sono stati attivati gli uffici per fare le tutte le opportune verifiche e approfondimenti”.