L’Italia si rimettera’ in moto “con gradualità” perché “ogni avventatezza comprometterebbe i sacrifici fatti”.
In vista ci sono modifiche “alle attuali misure di distanziamento sociale”.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in aula al Senato, premette che l’app ‘Immuni’ sarà “volontaria” e che non ci saranno “pregiudizi” per chi decidera’ di non scaricarla. Per il futuro la strategia e’ quella di “mantenere e far rispettare, a tutti i livelli, le misure per il distanziamento sociale e promuovere l’utilizzo diffuso dei dispositivi di protezione individuale, fino a quando non saranno disponibili una specifica terapia e un vaccino”. Il piano sara’ “omogeneo” su base nazionale, con “progressive riaperture” e la possibilita’ di intervenire se “la curva del contagio si dovesse rialzare”.
Per le misure sanitarie, sociali ed economiche Conte prepara uno scostamento di bilancio di ulteriori 50 miliardi, che, sommati ai 25 miliardi di marzo, arriveranno complessivamente a 75 miliardi. La copertura finanziaria del decreto legge Cura Italia di marzo prevede infatti un debito pubblico aggiuntivo di 25 miliardi.
Sull’iter parlamentare dei provvedimenti, il Governo vuole “il dialogo” con l’opposizione, incassando però le immediate proteste di alcuni senatori che ritengono di non essere stati consultati a sufficienza.
Sulla partita che si giocherà al Consiglio Europeo di giovedì, Conte e’ chiaro:
“L’Italia non accettera’ un compromesso al ribasso”. Non ci saranno vincitori o perdenti. “Usa, Cina e Giappone hanno stanziato trilioni di dollari, la Ue deve dare una risposta adeguata”.
Sullo strumento da utilizzare l’Italia preferisce l’European Recovery Fund: “Dovra’ essere consistente, senza condizionalita’, immediatamente disponibile, anche se verra’ a ricadere nel nuovo Quadro Finanziario Pluriennale”.
“Al momento – spiega Conte – abbiamo una iniziativa della Presidente della Commissione europea che, per quanto da essa stessa specificamente anticipato, potrebbe avere tutte queste caratteristiche e muovere proprio in questa direzione. Sul tavolo vi e’ anche una proposta francese che legherebbe il Recovery Fund a un veicolo costruito ad hoc, in grado di emettere strumenti di debito comune e di erogare fondi ai paesi membri. Noi appoggiamo questa proposta, avendo pero’ chiesto di integrarla nella sua originaria formulazione, in modo da rispondere piu’ puntualmente e ampiamente ai requisiti che riteniamo imprescindibili. Da ultimo e’ stata presentata anche una proposta spagnola che pure, con qualche suggerimento di variazione, potremmo appoggiare, per la conformita’ alle caratteristiche e alle finalita’ piu’ sopra indicate.
Ai Paesi che condividono con noi la medesima linea di intervento abbiamo riservatamente anticipato anche una nostra proposta, sempre in questa nuova direzione, che riteniamo pienamente conforme all’art. 122 del Trattato europeo, ma a noi interessa portare a casa un risultato, non ci interessa in questo momento rimarcare la nostra primazia”.
Sul Mes Conte assicura che “sara’ il Parlamento ad avere l’ultima parola”. La Spagna e’ interessata ad un Mes senza condizionalita’, ma Conte e’ convinto che “all’Italia serva altro”.
“All’ultima riunione dell’Eurogruppo – sottolinea Conte – nel paragrafo 16, relativo all’utilizzo del Mes, e’ stata proposta una nuova linea di credito, chiamata “pandemic crisis support” e adattata alla natura simmetrica dello shock legato al Covid-19, soggetta alla sola condizione dell’utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette. Per capire se effettivamente sara’ cosi’, bisognera’ pero’ attendere l’elaborazione dei documenti relativi ai termini di finanziamento, che verranno predisposti per erogare questa nuova linea di credito. Su questo versante mi attendo ulteriori chiare prese di posizione anche in seno al Consiglio Europeo, e in ogni caso siamo disponibili a lavorare con i Paesi direttamente interessati a questa nuova linea di credito affinche’, anche in sede regolamentare, non siano introdotte condizionalita’ di sorta, macro-economiche o piu’ specifiche.
Quanti oggi esprimono dubbi e perplessita’ su questa nuova linea di credito contribuiscono a un dibattito democratico e costruttivo, e sono io il primo a dire che bisognera’ valutare attentamente i dettagli dell’accordo. Solo allora – conclude Conte – potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se il relativo regolamento puo’ essere o meno conforme all’interesse nazionale, se puo’ essere o meno conveniente e opportuno rispetto agli interessi nazionali”.