Biancavilla, il meraviglioso ‘abbraccio’ del parroco ai familiari dell’uomo scomparso oggi

Non è vero che a causa del distanziamento sociale gli abbracci sono proibiti.

Esiste un altro modo, mille volte più intenso, per stringere al proprio cuore chi ha subito un dolore fortissimo. Si devono usare le parole giuste per provare almeno a lenire l’indicibile strazio.

E’ ciò che ha fatto Padre Antonino Tomasello, parroco della Chiesa dell’Annunziata di Biancavilla, rivolgendosi ai familiari dell’uomo che stamattina “ci ha dolorosamente lasciato”.
Ogni singola parola del religioso è una carezza al cuore dolorante e impaurito dei familiari. Commuove l’invito rivolto ai giovani a prepararsi alle amarezze della vita, agli adulti di accompagnare i nostri ragazzi per farli liberi.
“Una comunità che perde un giovane padre di famiglia – scrive Padre Tomasello – rischia di diventare uno stagno dove le cose non si muovono più verso la vita… Creiamo luoghi di vita e non di disperazione, dove si consuma la vita ma non la si gusta”.
Tocca nel profondo la dolorosa riflessione del prete biancavillese. E’ la sua autenticità, la bellezza di ciò che con parole semplici riesce a trasmettere, a farne un meraviglioso abbraccio per tutta la comunità di Biancavilla.

Ecco il testo integrale della lettera:

Così oggi, anche noi volgiamo lo sguardo verso Luca, che ci ha dolorosamente lasciato, in un sofferto momento di grande sconforto. Uno sguardo che si fa occasione di intensi e decisivi palpiti di riflessione alternativa. Per il cuore di tutti, ad iniziare dal cuore della parrocchia e soprattutto della sua famiglia.
Non è facile esprimere, anche da parte mia, quello che il nostro cuore sente e vive. Immenso è il dolore. Grande lo sconcerto. Acuitissime le domande che sconvolgono il cuore e la storia di ciascuno, la grande preghiera di riflessione.

Eppure, proprio in questi eventi è intensa la lezione di vita che il Signore ci manda. Ci parla, sempre, ma soprattutto ora. Ci scuote, ci incide nel cuore. Ma anche ora, va detto subito, le braccia misericordiose di Dio sono aperte per accogliere Luca, anche nel suo gesto sofferto. Anzi, mai come ora le sue braccia, quelle braccia di Misericordia si aprono. Tutti siamo attesi. Ma lo è in modo particolare chi più soffre. Chi sente di più l’amarezza della vita, più viene abbracciato dal Padre, per essere da Dio portato in Paradiso. Insieme a tutti i nostri parenti ed amici. Insieme!

Pare di sentire, dal cielo, anche ora quella voce che Gesù ha rivolto ai suoi, mentre pendeva dalla Croce: “Vergine Maria, ecco tuo figlio, accoglilo, accompagnalo con grazia e luce”. Ecco, tuo figlio. Perché come dice il Salmo, applicato a Cristo “Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato!”. Restiamo sempre figli. Sempre! Specie nei gesti estremi! “Oggi ti ho generato!”. Oggi! Perché Dio non permette che Luca subisca la corruzione della disperazione. Ma lo accoglie, lo fa suo, lo rigenera suo figlio! La fragilità è redenta! Le porte si sono aperte! Tutti sono sotto la Croce di Gesù.

Tutti siamo a piangere sotto la Croce, con Maria, la madre di Gesù e con san Giovanni. Restiamo uniti ai piedi della Croce. Il pianto ci consola.
Non ci sono parole che possano lenire il dolore che tu, Ottavia, e voi, Giandomenico e Alessandra state provando. Non esistono termini giusti per provare a consolare l’immane sofferenza della madre, la signora Nina. Un dolore incolmabile che può trovare pace solo con la speranza che la vita continua, anche dopo la morte.
La nostra Parrocchia vi esprime vicinanza, cordoglio e prega, certa che il Signore Risorto ha già accolto Luca nel suo Regno. Con questa fede e speranza che la sua vita continua col Signore vivete questo momento di dolore.

Cara Ottavia, al capitolo 8 del Cantico dei Cantici c’è una frase che vogliamo donarti: “Forte come la morte è l’amore”. La tua storia d’amore non è terminata, continuerà in modo differente, con un legame diverso. C’è una vita oltre i ricordi, e vedrai che un giorno vi ricongiungerete.
Racconta sempre ai tuoi figli le cose belle di tuo marito, fa che possano crescere ricordando sempre che il loro era un ottimo padre, un buon marito, un brav’uomo assetato di verità e di conoscenza. Lo ricordiamo ironico, intraprendente, sempre pronto a dare il suo contributo e a farci intravedere la nostra fede da prospettive diverse.
E a tutta la Comunità dico di crescere nella corresponsabilità, cioè, nella riflessione comune alla luce della Risurrezione di Gesù. Credere in Cristo risorto significa assumere con consapevolezza dei precisi impegni, che, come parroco, mi permetto di rivolgere a ciascuno di noi, secondo il proprio compito familiare o sociale o educativo.

Ai ragazzi, agli adolescenti, ai giovani: preparatevi alle amarezze della vita; ai NO, alle difficoltà, ai dispiaceri che sempre accompagnano il nostro vivere. Alziamo invece lo sguardo, agli ideali più belli. Coltiviamo i SOGNI, i valori, il cuore che tende alle vette. Quelle vette che ti conquistano, prima ancora che tu le conquisti! Oltre i nostri cellulari, che ci imprigionano. Per gustare un fiore, un tramonto, il cielo azzurro di oggi. Senza mai dimenticare che c’è sempre qualcuno che ha bisogno di te, nel volontariato, nel dono del proprio tempo ai più poveri. 

Agli adulti: accompagniamo i nostri ragazzi. Accompagnare è l’arte dell’adulto. Non per sostituirsi a loro; non per compiangerli ma per renderli forti, capaci di camminare con le loro gambe! Pronti alla sfida della vita. Vicini, ma anche rispettosi. Solidali, ma per farli liberi; non dipendenti da noi. Pronti ad affrontare la loro vita, facendo sentire la nostra voce rassicurante che sussurra: Io ci sono, sono qui! Non avere paura. Non temere. 

Infine, un monito a tutti: oggi, piangiamo Luca. Ed una comunità che perde un giovane padre di famiglia rischia di diventare uno stagno, dove le cose non si muovono più verso la vita. Costruiamo con le famiglie e con i giovani luoghi di speranza, spazi di ascolto; potenziamo il nostro Oratorio, quale casa della famiglia parrocchiale. Creiamo luoghi di vita e non di disperazione, dove si consuma la vita ma non la si gusta. Sentano che per la comunità sono preziosi. Unici. Vitali. 

Ottavia, Giandomenico, Alessandra, in questo particolare momento di distanziamento sociale che non ci consente di stringerci a voi come vorremmo, vogliamo farvi giungere il nostro più sentito, sincero e forte abbraccio, e dirvi che potete contare sulla parrocchia per qualsiasi cosa avrete bisogno.
Dio ci benedica.

Vostro, sac. Antonino Tomasello, parroco

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