Da Catania a Shangai: “Coronavirus sconfitto restando a casa”. Il racconto dell’imprenditrice-giornalista

“Siamo liberi finalmente. Una sensazione inimmaginabile. Mi sono uscite le lacrime dagli occhi quando ho aperto il portone di casa per uscire di casa.

Dopo poco più di tre mesi, qui in Cina, ne siamo usciti anche se purtroppo questa pandemia, oggi, interessa gran parte del pianeta. L’8 aprile scorso, come risaputo, hanno riaperto pure la città di Wuhan dove si scatenò il virus, e quindi possiamo dire che tecnicamente siamo liberi”. Queste le parole di Ambra Schilirò, giornalista ed imprenditrice catanese da diversi anni a Shangai, intervistata dall’Adnkronos.

“Il primo ed unico consiglio che mi sento di dare ai miei connazionali italiani e concittadini catanesi – aggiunge- è composto da tre semplici parole: dovete restare a casa. E’ l’unica cosa da fare, non c’è nient’altro. E’ così che qui ne siamo venuti fuori”. “Da qui, grazie ad internet – prosegue Ambra Schilirò- ho visto che in Italia c’è gente che si fa le passeggiate, che va in giro pure con il cane finto, che a Palermo hanno fatto un barbecue sul tetto di un palazzo. Se in Italia si continua così, siete in mezzo a una strada”. “Sembra un gioco di parole – continua- ma noi qui ne siamo usciti perché siamo rimasti a casa. La libertà personale, va chiarito, non la stanno togliendo i governi, la Cina o chissà chi. La libertà la sta togliendo il virus e per riconquistarla bisogna lottare rimanendo a casa”.

A proposito del barbecue di Pasqua scoperto a Palermo, Ambra ricorda come invece, senza divieti ed in piena libertà “ne abbiamo fatto uno qui a Shangai. Abbiamo affittato la terrazza di un hotel. Siamo stati registrati dalla polizia che ha poi pure controllato che fossimo le persone previste. Abbiamo festeggiato la Pasqua, eravamo tantissimi stranieri, cinesi ma soprattutto italiani e siciliani. Il tutto senza alcun problema di ‘distanziamento sociale'”.

Ambra Schilirò ha pure ricordato che comunque a Shangai, a differenza di tante altre zone della Cina, “si sono registrati pochi casi di Coronavirus, ‘appena’ 600 casi su una popolazione di 26 milioni di abitanti”. “Qui in Cina – sottolinea- abbiamo avuto fiducia nei medici avendo la consapevolezza di pensare ‘quello che stanno facendo e decidendo ci salverà la vita’. Il governo centrale ha sempre dato delle disposizioni basiche, poi ogni città e ogni governo locale ha deciso per se a seconda della situazione”.

“Nei giorni scorsi – ha concluso Ambra Schilirò- ho avuto un seminario on line con due medici di Wuhan e Singapore e hanno detto di non aspettarsi un vaccino per gli esseri umani non prima di sei mesi-un anno e mezzo”.

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