Un nuovo importante passo è stato annunciato per il vaccino anti-Covid.
A fine aprile, infatti, dovrebbero cominciare i test accelerati sull’uomo del vaccino su cui stanno lavorando l’azienda Advent-Irbm di Pomezia e lo Jenner Institute della Oxford University, il più importante istituto mondiale per i vaccini.
Ad affermarlo è Piero Di Lorenzo, amministratore delegato dell’azienda italiana: “Abbiamo iniziato a produrre i primi vaccini tre settimane fa e a fine aprile ne manderemo un primo lotto a Oxford: la sperimentazione sui volontari sani parte a giugno in Inghilterra ma non è detto che non si faccia anche in Italia visto che il Regno Unito oggi non fornisce una validazione anche per paesi dell’Unione Europea”.
I test dovrebbero essere effettuati in Inghilterra su 550 volontari sani. Si prevede, afferma Di Lorenzo, di “rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole”.
All’Adnkronos Salute il managing director della società, Matteo Liguori, ha spiegato che “…è in fase finale la trattativa per un finanziamento di rilevante entità con un pool di investitori internazionali e vari governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino. Parlando a una pubblicazione nel Regno Unito Sarah Gilbert, professore di Vaccinologia all’Università di Oxford sotto la cui responsabilità sono in corso i lavori sul vaccino, ha confermato che avvierà gli studi sull’uomo entro due settimane. I ricercatori hanno dichiarato di aver iniziato a vagliare volontari sani (di età compresa tra 18 e 55 anni) da venerdì, per lo studio che avverrà nella regione inglese della valle del Tamigi. Secondo l’esperta c’è l’80% delle possibilità che il vaccino funzioni”, evidenzia Liguori.
Dei molti progetti in corso all’estero e anche in Italia per trovare uno ‘scudo’ contro il nuovo coronavirus, spiega ancora Liguori, “il nostro ha tre caratteristiche che lo differenziano: prima di tutto, è un progetto interamente finanziato e non, al contrario di altri, in cerca di fondi per partire. Secondo, ci avvaliamo di una piattaforma tecnologica già approvata e provata per altri vaccini. Terzo, abbiamo creato con Oxford un partenariato non certo improvvisato per lo studio di vaccini: i nostri partner hanno una grandissima esperienza nel campo dei coronavirus.
Proprio 24 ore prima, il membro del comitato tecnico scientifico, Alberto Villani, aveva detto che “normalmente per arrivare ad un vaccino da commercializzare il tempo medio è di 2-3 anni. In quest’occasione penso che i tempi saranno molto molto più brevi, sicuramente non saranno quelli abituali per un vaccino”.
“Il vaccino contro il virus sta facendo un percorso che è a tempi di record – ha aggiunto Villani – Credo si possa essere fiduciosi per ottenere qualcosa in tempi straordinariamente rapidi e questo ci conforta molto. Ma è anche l’occasione per ribadire che il percorso vaccinale di ogni bambino può e deve essere garantito e continuato, a maggior ragione in questo periodo”.