“Da oggi è possibile inviare la propria richiesta di buono spesa anche su WhatsApp al numero indicato: 345-4378278”.
A darne comunicazione il sindaco di Paternò Nino Naso attraverso la propria pagina “Facebook”: l’obiettivo della giunta comunale è quello di rendere ai cittadini più semplice, e allo stesso tempo agevole, l’accesso per ottenere i buoni spesa.
“Se si avesse difficoltà a stampare l’istanza, si potranno trovare le istanze già stampate – si legge nel post del sindaco – presso tutti i supermercati e le farmacie della città. Stiamo cercando di facilitare quanto più possibile la procedura ai cittadini. Stiamo uniti, non perdiamoci in inutili polemiche e ne usciremo più forti di prima”.
Per facilitare la procedura di richiesta dei buoni spesa ai cittadini, è possibile inviare una foto del modulo compilato e una foto della carta di identità fronte e retro direttamente sul numero WathsApp sopra indicato acato al numero 345-4378278. Il valore del Buono Spesa è pari ad un massimo di 500 euro a ciascun nucleo familiare, in proporzione alla composizione dello stesso un cittadino che vive da solo sarà dato un buono spesa di 100 euro; per le famiglie di 2 persone 200 euro, quelle con tre 300 euro, famiglie con 4 componenti 400 euro, famiglie con 5 o più persone 500 euro. Per ogni nucleo famigliare è possibile presentare un’unica domanda di accesso.
In base a quanto stabilito il beneficio economico-buono spesa dovrà essere assegnato “ai cittadini residenti nel Comune di Paternò – si legge nelle delibera – e prioritariamente a chi non goda già di “sostegno pubblico di contrasto alla povertà (Rei – Rdc) e/o ammortizzatori sociali ( es. Naspi, Cassa integrazione ordinaria ed in deroga etc.. ) e ai titolari di partita iva e attività commerciali soggetti ad attività economica a seguito delle restrizioni governative”.
In sostanza, si darà priorità agli utenti non percettori di reddito; a seguire ai titolari di Partita Iva ed attività commerciali e di servizio alla persona soggette a difficoltà economica a seguito delle restrizioni ministeriali; percettori di reddito di qualunque tipo inferiori a 600 euro; percettori di ammortizzatori sociali quali Naspi, Aspi, Rdc, Carta Rei non superiori a 600 euro; percettori di cassa integrazione inferiori a 600 euro.