Coronavirus, l’immunologo Mantovani: “Dopo il grande incendio ci saranno molti fuocherelli”

Per la diagnosi di coronavirus “sono in arrivo nuovi test affidabili, più rapidi e già approvati che potranno dare un contributo importante. Anche perché, quando il grande incendio sarà spento, si accenderanno molti fuocherelli e questo ci permetterà di intervenire subito”.

Lo spiega in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Irccs Humanitas, professore emerito di Humanitas University, tra i firmatari di un documento dell’Accademia nazionale dei Lincei sull’emergenza Covid-19. Lo scienziato risponde fra le altre cose sul tema ‘caldo’ dei test diagnostici. “Quelli attuali richiedono personale specializzato, tempo di laboratorio, possono dare falsi negativi e abbiamo limiti di reagenti – osserva – Ovviamente sono ciò di cui disponiamo ed è chiaro che dobbiamo usarli, con priorità assoluta su chi è in prima linea, il personale sanitario”. Tuttavia sono appunto “in arrivo nuovi test più affidabili”, ricorda lo scienziato. “Quando poi avremo test rapidi e affidabili sugli anticorpi prodotti contro il virus e sapremo se questi anticorpi sono effettivamente protettivi – conclude – avremo fatto un passo avanti decisivo”.

Per Mantovani “…non è responsabile dichiarare di avere la cura in mano dopo aver visto due pazienti star meglio. Così si nega il diritto alla speranza che si deve garantire in medicina”. Detto in altre parole: “Chi diffonde notizie di soluzioni mirabolanti senza evidenza scientifica tradisce i malati”.

Assieme a Maurizio Cecconi e Guido Forni, Mantovani firma un documento con cui la Commissione Salute dell’Accademia nazionale dei Lincei, sotto l’egida del presidente Jacopo Meldolesi, prende posizione sulla gestione dell’epidemia di Covid-19. “Abbiamo cercato di produrre un ‘vaccino’ contro notizie false o imprecise che circolano – spiega lo scienziato – e di fornire un vademecum a chi opera in questo campo anche al di fuori dell’Italia, in condizioni ancora più difficili, basti pensare ai Paesi africani”.

Tra le fake news in tema coronavirus “c’è l’ipotesi che sia stato creato in laboratorio: una falsità già circolata a proposito di Ebola, Sars, Hiv. Ma si potrebbero fare molti altri esempi”, prosegue Mantovani che si fa portavoce di un forte richiamo al rigore scientifico nella ricerca di nuove terapie, alle quali si arriva attraverso studi che devono sempre avere “basi empiriche razionali: non possiamo provare la bava di rospo soltanto perché al momento non abbiamo altro”. L’imperativo è dunque quello di “recuperare la centralità della metodologia della ricerca”, perché “anche in questa situazione è necessario trovare un equilibrio fra emergenza e rigore”, avverte l’immunologo che passa in rassegna i farmaci sotto i riflettori in queste settimane.

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