Adrano: “Vogliamo i nomi dei positivi”. L’assurda richiesta al sindaco D’Agate

“Sindaco, facci sapere i nomi dei due casi di Coronavirus”.

Ieri sera, trascorsi pochi minuti dalla pubblicazione di un post da parte del primo cittadino di Adrano che annunciava ufficialmente due casi positivi in città, si è subito scatenata la richiesta sui social di avere i nomi delle persone contagiate. Richieste perentorie, pressioni garbate e fumosi ragionamenti tutti finalizzati ad ottenere il nome e il cognome dei primi due positivi di Adrano (se non si tiene conto dell’infermiere adranita che lavora all’Oasi di Troina, ascrivibile alla provincia di Enna). In pochi parlano della tutela della privacy e del rischio che i due ‘positivi’ – nel caso in cui i loro verrebbero resi noti – diventerebbero agli occhi della comunità gli untori da emarginare e colpevolizzare.

Nelle vicine Biancavilla, Belpasso e Paternò i sindaci si sono limitati sinora ad ufficializzare i casi positivi senza fornire le generalità dei contagiati.

In alcuni casi – forse per smania di protagonismo celata dietro l’esigenza di trasparenza – a farsi vivi sono stati via social gli stessi contagiati oppure un loro stretto congiunto. Come risposta, nella maggior parte dei casi, hanno ricevuto insulti, raccomandazioni supponenti e sentenze ‘cucinate’ al momento. Aver saputo i loro nomi non è servito a nulla.
I sindaci devono rispettare un ‘modus operandi’ che tuteli dal punto di vista sanitario la persona contagiata e i parenti legati alla sfera familiare. E’ un protocollo, questo, che deve attivare l’autorità sanitaria del territorio – il sindaco – e non certo i cittadini che non hanno gli strumenti.

A questi ultimi, infatti, cosa servirebbe sapere se i ‘positivi’ Tizio e Caio hanno incrociato le loro esistenze con le proprie e, in ragione di ciò, sono rimasti infettati? Tutto ciò porterebbe a ritroso a un rimedio? No di certo. Il solo dubbio di avere ricevuto per errore le ‘goccioline’ di un futuro-positivo ci convincerebbe una volta per tutte a blindarci a casa e aspettare che passi la buriana. Ed è ciò che viene chiesto di fare a tutti i cittadini d’Italia da un paio di settimane.

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