Coronavirus, applicare ‘smart working’ nei call center siciliani: interrogazione all’Ars di #DB

Restrizioni sempre più importanti per ridurre al minimo gli spostamenti e i contatti tra le persone; frenare l’espansione del contagio da Covid-19 il prima possibile, questo l’imperativo del Governo Conte che ha emanato un nuovo decreto, imponendo ancora altri limiti, chiusure per le attività commerciali.

Restrizioni sì ma non per tutti. Il settore dei call center, anche di quanti svolgono attività non essenziali, resta.
Un fatto che preoccupa e non poco, pezzi della politica. In testa il gruppo di Diventerà Bellissima, con il deputato regionale, Giuseppe Zitelli che da giorni chiede di attenzionare la questione, alla luce anche di alcuni casi di positività al coronavirus, emersi da più parti in Italia.

Per non spegnere i riflettori sull’argomento l’intero gruppo di “Diventerà Bellissima”, ha presentato, ad inizio settimana, un’interrogazione all’Ars, inviandola al Presidente della Regione, Nello Musumeci; all’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza; e all’assessore regionale del lavoro, Antonio Scavone, chiedendo interventi a tutela dei lavoratori siciliani dei call center.

Il documento porta la firma dei deputati regionali Giuseppe Zitelli, Alessandro Aricò, Giorgio Assenza, Giuseppe Galluzzo e Giuseppa Savarino.

«Premesso che da notizie di stampa si apprende che in alcuni call center siciliani si sarebbero verificati dei casi di positività al COVID 19 tra gli stessi dipendenti – si legge nell’interrogazione -, appare evidente che, per la tipologia di attività, diventa difficile applicare, da parte dei gestori dei call center, tutte le precauzioni atte ad una efficace prevenzione del contagio. Considerato che sono migliaia in Sicilia gli operatori telefonici – si legge ancora nell’interrogazione – e tutti devono godere delle stesse tutele applicate in tutti i posti di lavoro così come disposto dai decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla pandemia da Coronavirus. Preso atto che, alcune società nazionali ed internazionali di call center con sede in provincia di Catania hanno attuato lo smart working proprio per evitare possibili focolai di contagio all’interno dei posti di lavoro. Si chiede di sapere se non ritengano improcrastinabile, alla luce delle recenti notizie di stampa su probabili casi di positività al COVID 19 in alcuni call center siciliani, intervenire presso le società di gestione affinché venga applicato lo smart working all’interno delle loro strutture lavorative. Se non ritengano opportuno, nell’eventuale impossibilità di adozione di tale sistema lavorativo – conclude l’interrogazione -, verificare, con controlli capillari, la piena applicazione di tutte le procedure atte a garantire la massima sicurezza a tutti gli operatori telefonici in servizio presso gli stessi call center.»

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