Mentana sul Coronavirus: “Siamo in guerra ma con divano e wi-fi”

Nella lotta al coronavirus sono stati fatti tanti errori dal governo: “Sicuramente, centinaia in Italia come in Cina e in qualsiasi altro Paese”.

Lo afferma Enrico Mentana, in una intervista a Libero. “Ma non è il momento di analizzarli. E’ stato irriso Mattarella che andava ad abbracciare un cinese. Ma abbiamo capito – spiega Mentana – che non è così che si è propagato il virus, non erano loro gli untori, per quello che si sa lo hanno portato dalla Germania. All’inizio le misure sicuramente sono state troppo blande, non sapevamo cosa avevamo davanti”.

L’Europa, tuttavia, non è morta: “Lo si pensava la settimana scorsa con le parole della Lagarde, Si sta insieme più per convenienza che per amore. Non sono mai stato un cieco europeista ma non vedo alternative”.
Mentana non ricorda, nella carriera, una situazione simile a questa: “Solo gli ultranovantenni hanno vissuto una cosa simile. Giornalisticamente, l’unica cosa simile è stata l’11 settembre, per la paura di essere coinvolti. Una parte del Paese ha la certezza di essere coinvolta, l’altra il terrore. Che è peggiore e diverso”. In che senso? “Milano reagisce con razionalità: ha presente il pericolo, sa cosa è, sa che c’è stata l’epidemia nel lodigiano ecc. Roma è avvolta nella paura dell’invisibile e dell’ignoto. Non ha casi certi, il virus può essere ovunque. Questo moltiplica la paura. L’11 settembre era simile. Qui l’ansia è più immanente e non c’è riparo, se non quello domestico. Qui c’è un solo terrorista. Siamo in guerra ma con divano, telefoni e wi-fi”.

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