Il prof. Giuseppe Arbia, docente di statistica economica all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e’ intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’e’ desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Universita’ Niccolo’ Cusano.
Sui dati del Coronavirus in Italia. “Non bisogna confondere le statistiche con la disciplina della statistica- ha spiegato Arbia- le statistiche sono i dati che ogni giorno ci da’ la Protezione civile, poi c’e’ la statistica che attraverso dei modelli puo’ aiutarci a fare delle previsioni.
C’e’ l’illusione che il dato gia’ contenga un’informazione, ma tanti dati non e’ detto che diano un’informazione, anzi un’eccesso di dati puo’ addirittura confondere la visuale. Se pretendiamo di estendere il dato delle percentuali della letalita’ del virus all’intera popolazione, e’ sbagliato, perche’ il dato che osserviamo e’ una parte del tutto, ma non osservato secondo il metodo della statistica.
Quel campione che abbiamo a disposizione non e’ utilizzabile per fare della induzione. Noi costruiamo dei modelli sui dati della Protezione civile. Dalle nostre proiezioni emerge che la procedura di lockdown e’ efficace, il famoso picco si sta allontanando. Se il picco e’ lontano l’emergenza magari dura piu’ a lungo, ma non supera mai i livelli che metterebbero a rischio il nostro sistema sanitario.
Si potrebbe pensare di fare un campione per vedere qual e’ l’incidenza della malattia sulla popolazione italiana, questo ci permetterebbe di capire quanti sono gli infetti asintomatici. Se avessimo una stima precisa degli asintomatici, questo ci aiuterebbe tantissimo”.