I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, su ordine della procura etnea, hanno eseguito un provvedimento di applicazione di misura patrimoniale, emesso dal Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione, finalizzato al sequestro di un patrimonio illecito (7 attività imprenditoriali, 3 immobili, 1 motociclo, gioielli, orologi e denaro contante), dal complessivo valore di circa 20 milioni di euro, nella disponibilità di Sergio Leonardi (classe 1978).
LEONARDI Sergio è attualmente recluso nel carcere cittadino di Bicocca dal 20 gennaio u.s. quando, nell’ambito dell’operazione “VENTO DI SCIROCCO”, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria e i Carabinieri del Nucleo Investigativo lo hanno tratto in arresto unitamente a 22 persone, responsabili (a vario titolo) dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, estorsione in concorso, intestazione fittizia di beni, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, falsità commessa dal privato in atto pubblico, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di scritture contabili, con l’aggravante di avere agito al fine di agevolare il clan mafioso etneo dei “Mazzei” (cd. “Carcagnusi”).
Leonardi è ritenuto soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuose essenzialmente consistenti nella perpetrazione continuata di articolate frodi fiscali e di contrabbando aggravato. La carriera criminale del preposto avrebbe avuto inizio nel 2007 sotto l’egida mafiosa dello zio della moglie, Biagio Sciuto, all’epoca capo del clan “Sciuto-Tigna”. Dopo che Sciuto perse ogni potere intimidatorio, finendo in carcere, Leonardi, tra il 2009 e il 2011, finiva sotto l’ala protettrice di Cosa Nostra: negli anni successivi, infatti, sarebbero stati i ‘Mazzei’ ad avvalersi del suo operato trovando nelle sue aziende di commercializzazione di prodotti petroliferi lucrose possibilità d’investimento e di riciclo di capitali illeciti. Sempre i “Carcagnusi” metteranno in contatto il preposto anche con personaggi organici alle famiglie mafiose di Mazzara del Vallo.
Al di là delle sue stabili frequentazioni con soggetti gravati da rilevanti precedenti penali e di polizia, Leonardi Sergio risulta coinvolto nelle seguenti vicende giudiziarie:
– nel 2005, viene condannato dal Tribunale di Catania per la commissione di reati edilizi;
– nel 2015, con decreto del GIP etneo, viene condannato per furto continuato;
– nel 2016, viene denunciato dalla Guardia di Finanza di Trapani per aver fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti di sottrazione di pagamento dell’accisa sul gasolio da autotrazione; i fatti sono antecedenti all’ottobre del 2015 e sarebbero stati commessi a Mazara del Vallo;
– nel 2017, nell’operazione “NESPOLA” del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania, LEONARDI Sergio viene attinto dalla misura degli arresti domiciliari unitamente ad altri 28 soggetti destinatari di misure cautelari personali restrittive; gli indagati rispondevano di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di prodotti petroliferi immessi nel mercato nazionale in evasione d’imposta (Accise e IVA), utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, falso ideologico, frode in commercio e turbata libertà del commercio; con il medesimo provvedimento cautelare il G.I.P. etneo disponeva il sequestro di 25 impianti di distribuzione stradale di carburante ubicati tra le province di Catania, Ragusa, Siracusa ed Enna; i fatti sono accertati fino all’ottobre 2013 tra Catania, Siracusa e Napoli;
– nel 2018, LEONARDI Sergio viene rinviato a giudizio per aver promosso dal gennaio 2015 al febbraio 2016 a Catania, Mazara del Vallo e Augusta un’associazione a delinquere aggravata finalizzata all’evasione dell’IVA dovuta sui prodotti petroliferi commercializzati; il procedimento penale in questione rientra nell’operazione “DIRTY OIL” del Nucleo P.E.F. di Catania la quale portava alla luce un sodalizio internazionale dedito al riciclaggio di gasolio libico illecitamente asportato da una locale raffineria (a 40 km ovest da Tripoli) e destinato, dopo miscelazione, ad essere immesso anche nel mercato italiano come carburante da autotrazione con la perpetrazione anche di consistenti frodi all’IVA;
– da ultimo, all’inizio di quest’anno, come suaccennato, LEONARDI Sergio è tra i destinatari di misure restrittive nell’operazione “VENTO DI SCIROCCO”; in questa circostanza, veniva accertato che LEONARDI era il gestore effettivo di un novero di società esistenti solo sulla carta, aziende costituite con la sola finalità di omettere ogni adempimento tributario per consentire poi alla società destinataria finale del carburante di mettere tra i suoi profitti anche il mancato versamento delle imposte; nel dettaglio, LEONARDI era amministratore di fatto della LUBRICARBO S.R.L. presso il cui deposito di Augusta (SR) giungeva effettivamente il gasolio; i prodotti petroliferi movimentati con false dichiarazioni d’intento provenivano, fino al 2016, dalla “PINTA ZOTTOLO S.P.A.” di Mazara del Vallo (TP), successivamente, fino al 2018, da depositi fiscali e commerciali situati nelle provincie di Trapani, Palermo, Ragusa e Reggio Calabria (emittenti di fatture false per circa 100 milioni di euro); la citata LUBRICARBO concludeva il “carosello all’IVA” conseguendo un profitto illecito di circa 8,8 milioni di euro, profitto criminale sottoposto, nell’operazione di polizia in commento, a sequestro preventivo (anche per equivalente) finalizzato alla confisca; con il sequestro della PINTA ZOTTOLO nel 2016, la LUBRICARBO di LEONARDI acquistava, nel 2017, da fornitori esteri britannici, maltesi e della Repubblica Ceca gasolio con documentazione di accompagnamento non prescritta per la circolazione in Italia dei prodotti energetici (CMR – lettere di vettura internazionale) poi immesso (riciclato) clandestinamente nel mercato siciliano attraverso la compilazione di D.A.S. (documento di accompagnamento semplificato) falsi; nel complesso, i finanzieri del Nucleo accertavano che il gasolio consumato in frode era pari a oltre 5,7 milioni di kg (corrispondente a quasi 7 milioni di litri) al quale corrispondeva un’evasione di accisa di 4,2 milioni di euro e 1,6 milioni di IVA.
Le molteplici investigazioni succitate condotte nei confronti del preposto hanno messo in luce due sistemi di frode attraverso i quali i componenti dell’associazione criminale diretta da LEONARDI si rifornivano del carburante di “contrabbando”:
– un primo rappresentato dall’utilizzo di gasolio agricolo (prodotto petrolifero sottoposto a tassazione agevolata perché destinato alle macchine agricole) prelevato da depositi “complici” attraverso la produzione di falsa documentazione e “dirottato” per l’autotrazione di veicoli non agricoli;
– un secondo riguardante carburante per autotrazione, proveniente legittimamente da raffinerie e depositi commerciali, che veniva commercializzato senza l’applicazione dell’IVA ricorrendo a documentazione di trasporto contraffatta e fatture false in quanto compilate con destinatari diversi da quelli reali; la frode è meglio nota come “frode carosello all’IVA”, che si realizzava attraverso la partecipazione reale e fittizia di più operatori commerciali che si frapponevano tra gli effettivi venditori e acquirenti con l’esclusivo scopo di “capitalizzare” il mancato versamento dell’I.V.A; i sodalizi criminali diretti da LEONARDI Sergio riuscivano a evadere il pagamento dell’imposta attraverso l’intervento di “falsi esportatori abituali” che emettevano dichiarazioni d’intento non veritiere, che consentivano agli stessi di acquistare da soggetti italiani carburante senza l’applicazione dell’I.V.A. per poi rivenderlo (anziché all’estero) nel territorio nazionale a vantaggio di imprese che consapevolmente incassavano, tra i profitti illeciti, l’imposta mai versata.
Sulla base, dunque, dei descritti plurimi, gravi e concordanti elementi indiziari, il Tribunale etneo ha ritenuto LEONARDI Sergio soggetto gravato da pericolosità sociale e che i beni e le attività economiche acquisite dal 2007 al 2017 rappresentino il frutto e/o il reinvestimento dei proventi della attività illecite, ininterrottamente commesse dallo stesso, avvalendosi dell’appoggio anche di clan mafiosi.
Gli approfondimenti effettuati dagli specialisti del G.I.C.O. di Catania su delega del Gruppo di lavoro delle Misure di Prevenzione di quest’Ufficio sono, dunque, consistiti nella messa a sistema del vasto compendio indiziario a carico di LEONARDI tratto dall’esame di documentazione bancaria e contabile, dalle evidenze di atti pubblici e scritture private, dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e dalle intercettazioni eseguite nell’ambito dei molteplici procedimenti penali precedentemente rassegnati.
I complessi accertamenti patrimoniali eseguiti hanno permesso di tracciare analiticamente il profilo soggettivo di LEONARDI, di ricostruire il quadro di imprese a lui riconducibile individuandone gli asset patrimoniali illecitamente accumulati con risorse finanziarie di provenienza illecita.
Al descritto profilo soggettivo del proposto è, tra l’altro, corrisposta una rilevante e costante “sproporzione” nell’arco temporale preso in considerazione (2007-2017) delle attività economiche possedute, da LEONARDI e dalla sua cerchia familiare, rispetto ai redditi esigui dagli stessi dichiarati al fisco.
Le indagini patrimoniali dei militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Catania, eseguite anche con l’ausilio del sofisticato software “Molecola” sviluppato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza per l’acquisizione massiva e l’analisi di tutte le informazioni rilevabili dalle banche dati in uso al Corpo, evidenziano che proprio la sistematica indisponibilità di risorse finanziarie costituisce la prima significativa traccia dell’avvenuta immissione di capitali di illecita provenienza.
Il patrimonio imprenditoriale sottoposto a sequestro di prevenzione dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria è costituito dalle seguenti attività, unitamente ai pertinenti complessi aziendali:
– ditta individuale LEONARDI Sergio, avente la sua sede a Sant’Agata Li Battiati (CT), attiva dal 2012, esercente l’attività di “commercio al dettaglio di carburante per autotrazione”;
– L.B.S. TRADING S.R.L., avente la sua sede in Augusta (SR), attiva dal 2015, esercente il commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi; società posseduta e gestita da LEONARDI attraverso prestanome;
– PETROL SEL S.R.L., avente la sua sede a Catania, attiva dal 2016, esercente il “commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi”; impresa amministrata da prestanome e nella quale lo stesso LEONARDI, nel corso di una conversazione nella quale si discuteva del denaro investito dal clan Mazzei, ammetteva di avere nella PETROL SEL “50% nascosto”;
– LUBRICARBO S.R.L., avente la sua sede in Augusta (SR), attiva dal 2015, esercente il commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, anch’essa gestita da un uomo di fiducia di LEONARDI;
– ESSE ELLE PETROLI S.R.L., avente la sua sede a Catania, attiva dal 2017, esercente il commercio al dettaglio di carburante per autotrazione; anche tale società è affidata a uomini di fiducia di LEONARDI e gestisce l’area di servizio ubicata a Catania in Piazza Eroi d’Ungheria;
– ETNACARBO S.R.L., avente la sua sede a Belpasso (CT), attiva dal 2014, esercente il commercio al dettaglio di carburante per autotrazione e gestita da una “testa di legno” a disposizione di LEONARDI;
– ditta individuale F.G. OIL DI FALSAPERLA Gioacchino, avente la sua sede a Sant’Agata Li Battiati (CT), attiva dal 2018, gestita da prestanome nel medesimo settore economico delle precedenti.