“La macchina ha funzionato bene. Negli ultimi 7 giorni abbiamo effettuato oltre 250 test mediante il tampone. Solo tre casi sono risultati positivi. La donna bergamasca ricoverata sta bene, ha pure festeggiato il suo compleanno in ospedale. C’era il caso sospetto a Catania di una donna che era stata in Lombardia, attendiamo gli esiti del laboratorio dello Spallanzani. Abbiamo messo a disposizione il personale sanitario, le tende davanti ai pronto soccorso degli ospedali. Abbiamo convocato i prefetti e istituito un numero verde. La parola d’ordine era prudenza, prudenza, prudenza e ci siamo riusciti”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ieri nel corso di una diretta su Facebook.
“Al collega Fontana va la mia solidarietà”, ha proseguito il governatore siciliano, che ha aggiunto: “Noi siamo una regione di confine che ha bisogno di controllare i propri confini, di mettere in guardia chi arriva dalle altre regioni che hanno subito il contagio. Abbiamo chiesto allo Stato di predisporre controlli efficaci negli aeroporti dell’Isola, nei porti, nello Stretto di Messina e per i servizi di autolinea.
Nessun controllo finora, anzi un parziale controllo”.
La Sicilia “non chiude” e “non impedisce a nessuno di entrare”, assicura, ma “il compito del presidente della Regione”, è “tutelare coloro che insistono nella regione. Ecco perché ci siamo preoccupati di mettere in allerta tutto il personale di cui disponevamo”.
Ha ricordato Musumeci che “c’è stata una polemica su un concetto che ho voluto ribadire ieri: in questo momento se i turisti arrivano da un paese non interessato dall’emergenza non dovrebbero costituire un problema, ma se arrivano da una zona in cui c’è emergenza, un cui si sono verificati i casi di coronavirus, se non hanno organizzato, rimandino di qualche settimana, tanto nell’arco di 2-3 settimane tutto questo sarà un triste ricordo”.