Il prossimo 17 marzo i comuni di Giarre, Piedimonte Etneo, Ragalna, Santa Maria di Licodia e Zafferana Etnea saranno chiamati a comparire dinanzi al Tribunale del Lavoro di Catania (presieduto dal giudice Luisa Maria Cutrona), in quanto citati in giudizio dai vari lavoratori Asu che lavorano nei 5 comuni etnei.
In particolare i ricorrenti puntano ad “ottenere la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato tra loro e gli enti locali dove operano – si legge nella delibera di giunta comunale licodiese del nr. 14 del 21 febbraio con la quale viene dato incarico all’avvocato Luca Ardizzone di difendere l’ente comunale – e la condanna a carico dei medesimi enti locali al risarcimento in forma monetaria del danno subito”.
Nel dettaglio coloro che si sono rivolti al Tribunale del lavoro sono complessivamente 32 Asu (3 lavorano al comune di Giarre, 9 in quello di Piedimonte Etneo, 4 a Ragalna, 6 a Santa Maria di Licodia, 10 a Zafferana Etnea). Nella delibera delle giunta comunale licodiese è specificato che “tutte le richieste formulate in giudizio dai ricorrenti risultano assolutamente infondate sia in punto di fatto che di diritto.
Il ricorso, inoltre, per come formulato parrebbe inammissibile stante la chiamata congiunta in giudizio di enti che rivestono posizioni e hanno interessi differenti, non rinvenendosi alcuna connessione oggettiva e/o soggettiva dei resistenti medesimi”.
I 5 comuni citati in giudizio hanno incaricato un unico legale per la difesa “ottenendo così non solo l’omogeneità della difesa, ma anche un congruo contenimento della spesa in considerazione dell’imputazione pro quota dei compensi professionali a carico di ogni Comune interessato”.
Il Comune di Santa Maria di Licodia ha previsto quale compensi professionali da riconoscere e liquidare al legale incaricato della difesa dell’Ente la “complessiva somma di € 2.830,11 (comprensiva di onorari, spese generali, CPA, IVA e ritenuta d’acconto).
