E’ stato il primo italiano infetto da Ebola: il catanese Fabrizio Pulvirenti, infettivologo dell’ospedale Umberto Primo di Enna, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, per parlare del Coronavirus e dare alcune raccomandazioni utili. Cominciamo da queste: “Starnutire dal gomito, lavarsi spesso le mani, adottare le misure di comune igiene individuale. Una delle misure più efficaci che possiamo mettere in atto è il lavaggio delle mani. Il Coronavirus non resiste all’ambiente esterno, non resiste né ai saponi né ai comuni disinfettanti. In mancanza di acqua si possono usare anche i comuni gel su base alcolica. Lavarsi correttamente le mani è già importantissimo”.
“Le ultime 24 ore – ha affermato Pulvirenti – hanno segnato un cambiamento nella catena di contagio del Coronavirus. Siamo in una situazione diversa rispetto a quella che conoscevamo fino a ieri. Abbiamo contagiati di fase 2, contagiati da pazienti provenienti da Paesi in cui c’è un focolaio epidemico. Persone che sono state contagiate nel nostro territorio. Questo apre nuovi scenari, non a caso il Ministero ha varato misure più restringenti”.
Per l’infettivologo siciliano “…bisogna lavorare con il massimo rigore scientifico. Evitare di pescare notizie dai social. Bisogna informarsi e prendere informazioni direttamente delle fonti autorevoli. Oms e Ministero della Sanità danno notizie certificate e validate. No agli allarmismi. Ognuno di noi ha il diritto di informarsi, ma occhio alle fonti. Cosa deve cambiare nello stile di vita degli italiani? Non ci sono chiare indicazioni legate a un cambiamento da apportare nello stile di vita a parte i quattro comuni lombardi che stanno gestendo la situazione seguendo la linea di indirizzo del Ministero. Il problema è che in Italia abbiamo una sanità frammentata a livello regionale. In questi casi bisogna che la voce sia unica e che la direttiva sia unica”.
Pulvirenti – come dicevamo – è stato il primo italiano infetto da Ebola: “Accadde in Sierra Leone, lavoravo come volontario. Oggi non c’è più nulla di quella infezione, a parte il brutto ricordo. Sono virus profondamente diversi. Bisognerebbe fare chiarezza su alcuni termini che nella medicina hanno un significato e nella vulgata ne assumono un altro. In epidemiologia medica c’è una grande differenza tra letalità e mortalità”.