Maniace, 46enne truffato dopo acquisto on line di un trattore: 3 persone denunciate

Maniace truffa online

I Carabinieri della Stazione di Maniace hanno denunciato per truffa in concorso 3 persone, un uomo di 46 ed una donna di 33 anni, entrambi di origini calabresi, nonché una donna bengalese di 32 anni domiciliata a Catania.

I militari nello scorso mese di novembre avevano acquisito la denuncia di un 46enne del posto il quale, tra l’imbarazzo e la disperazione, forse tardivamente dichiarava loro d’essere stato truffato da due uomini con i quali aveva creduto, purtroppo falsamente, d’aver perfezionato l’acquisto di un trattore.

Ebbene si, un macchinario agricolo che per il pover’uomo sarebbe stato fonte di sostentamento, da quest’ultimo individuato su uno dei tanti siti Internet dedicati alle vendite tra privati.

Individuato il trattore, l’uomo ha provveduto a contattare il venditore sul cellulare indicato nell’annuncio, un fantomatico Nicola da Perugia, con il quale ha concordato l’acquisto del veicolo per un importo di 4000 euro, dei quali 500 anticipatamente a titolo di caparra da versare su un codice bancario IBAN.

Così il sedicente Nicola, dopo il versamento della caparra, ha fornito al truffato – ancora su WhatsApp – un falso documento attestante un passaggio di proprietà e, come se la misura non fosse ormai colma, ha fornito addirittura a quest’ultimo la possibilità del trasporto del trattore tramite un suo “amico”, tale Maurizio, il quale, analogamente interpellato telefonicamente dall’accomodante vittima, pattuisce con quest’ultima una cifra di 300 euro per la tratta da Perugia alla Sicilia.

A questo punto la vittima, fedele agli impegni presi, ha effettuato un bonifico sullo stesso IBAN di 4.300 euro a saldo dell’operazione, trasporto compreso.

Il malcapitato, purtroppo, ha capito molto presto d’essere stato vittima di un doloroso raggiro allorché le sue telefonate non ricevevano alcuna risposta e, quindi, altro non gli era rimasto che sporgere denuncia ai Carabinieri di quanto accadutogli.

Gli accertamenti dei militari hanno appurato che l’IBAN in questione era identificativo di un conto corrente bancario di una donna calabrese, effettivamente coniugata con tale Maurizio e che l’utenza telefonica, sulla quale egli aveva contattato i suoi aguzzini, era intestata ad una donna di origini bengalesi.

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